2023, Articolo in rivista, ENG
A. Bodini, C.G. Leo, A. Rissotto, P. Mincarone, S. Fusco, S. Garbarino, R. Guarino, S. Sabina, E. Scoditti, M.R. Tumolo, and G. Ponzini
This article is a correction to: The medium-term perceived impact of work from home on life and work domains of knowledge workers during COVID-19 pandemic: A survey at the National Research Council of Italy
2023, Articolo in rivista, ENG
A. Bodini, C.G. Leo, A. Rissotto, P. Mincarone, S. Fusco, S. Garbarino, R. Guarino, S. Sabina, E. Scoditti, M.R. Tumolo, and G. Ponzini
Objective: The study aimed to investigate perceptions and determinants of the overall impact on life and work domains among a community of knowledge workers after 18 months of forced work from home due to the pandemic. Methods: A cross-sectional study with a retrospective assessment was conducted early in 2022 at the National Research Council of Italy. Five single-item questions explored the perceived impact on life domain while a 7-item scale the impact on the work domain. Bivariate analyses and multivariate regressions were used to evaluate the associations between impacts and some key factors defined by 29 ad hoc closed questions. Results: More than 95% of the 748 respondents reported a perceived change in at least one item of the life domain. For each of these items, although a large group of subjects has reported that working from home had no impact (from 27 to 55%), in the rest of the sample the positive evaluation (from 30 to 60%) clearly prevailed over the negative one. Overall, most of the subjects (64%) rated the impact on the work experience positively. Relationship with colleagues and participation in the work context were the items where the greatest number of negative rates was concentrated (27 and 25%, respectively). On the other hand, positive perceptions prevailed over both negative perceptions and lack of impact perceptions on the subjects of organizational flexibility and quality of work. The frequency of work-room sharing, home-work commute time and changes in sedentary lifestyle, have been identified as common explanatory factors of perceived impacts on both domains. Conclusion: Overall, respondents reported positive rather than negative perceived impacts of forced work from home in both their lives and work. The obtained results suggest that policies to promote the physical and mental health of employees, strengthen inclusion and maintain a sense of community are necessary to improve workers' health and prevent the effects of perceived isolation on research activities.
2020, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Rissotto, A.
COmunità EFFICIENTI (CO.EFFICIENTI) è un progetto nazionale vincitore del bando Qualificazione dei servizi pubblici a supporto dei cittadini di Paesi terzi finanziato dal Ministero dell'Interno nell'ambito del programma Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020. Il rapporto tecnico presenta i risultati di un'indagine qualitativa finalizzata alla realizzazione di tre obiettivi funzionali allo sviluppo del progetto. 1) Avviare delle relazioni con le città coinvolte nel progetto , individuare degli interlocutori e comprendere il "clima" di ciascun territorio, piuttosto che giungere a una descrizione statistica delle loro caratteristiche. 2) "Fotografare" i punti di partenza delle città è necessario per la costruzione del modello di inclusione socio lavorativa migranti regolari, principale obiettivo del progetto. 3) Costruire il quadro del fabbisogno formativo rispetto all'inclusione dei migranti per la realizzazione del Piano Nazionale di formazione previsto nel progetto.
2018, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
Nella presente sezione del report vengono descritte le attività realizzate dal gruppo ERG nell'ambito dell'Attività Realizzativa 2.3 del Progetto "CLARA". Tali attività si sono focalizzate sulla promozione della comunicazione e del confronto tra diversi gruppi di stakeholder attraverso il ricorso all'Open Space Technology (OST. Owen, 2008), una metodologia innovativa e particolarmente efficace per promuovere la partecipazione e favorire il lavoro di gruppo. Come verrà descritto nel dettaglio nelle pagine che seguono, i temi che hanno guidato la discussione, e che sono divenuti poi oggetto di lavoro in sottogruppi, sono stati rispettivamente quello dell'autoefficacia e del locus of control, e della loro importanza ai fini di una corretta valutazione e gestione del rischio, nonché le differenti rappresentazioni sociali possedute da persone che presentano livelli differenti relativamente a tali caratteristiche di personalità. In particolare, ai fini della definizione del livello di autoefficacia, si è fatto riferimento alla General Self-Efficacy Scale di R. Schwarzer e M. Jerusalem (Schwarzer & Jerusalem, 1995), mentre ai fini della definizione del locus of control, si è fatto riferimento ad una versione sintetica della Locus of Control Scale di J. Rotter (Rotter, 1966). Per la definizione delle rappresentazioni sociali, sulle quali i diversi sottogruppi si sono confrontati, si è utilizzato l'approccio strutturale (Abric, 2001), che considera la rappresentazione posseduta da un gruppo come un sistema gerarchizzato e organizzato, composto da sottosistemi centrali e periferici. I partecipanti, 190 cittadini del territorio ferrarese, si sono collocati spontaneamente nei gruppi di lavoro a seconda dell'interesse per i diversi temi, cercando di garantire l'omogeneità numerica dei gruppi di lavoro. I diversi gruppi di lavoro hanno discusso e si sono confrontati sui risultati dell'analisi delle rappresentazioni sociali del rischio possedute da persone con alta/bassa autoefficacia e con alto/basso locus of control. Le rappresentazioni emerse e su cui si è promosso il confronto sono state quindi arricchite dai partecipanti, che hanno offerto riflessioni, approfondimenti, integrazioni e possibili interpretazioni. Quanto nato da questa discussione è stato poi raccolto in un report interno del quale una sintesi è offerta alla fine della presente sezione.
2018, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
La ricerca esplorativa presentata nelle pagine che seguono si è focalizzata sul tema della fiducia, ed in particolare sulle rappresentazioni sociali di questo costrutto. Lo studio è finalizzato ad una conoscenza della fiducia con particolare riferimento a contenuti, struttura e polarità della rappresentazione. Prendendo come riferimento l'approccio strutturale e la teoria delle libere associazioni, è stato approfondito il significato condiviso attribuito a questo costrutto, sia dalla popolazione generale, sia da gruppi di attori diversi, ossia: persone con sapere di senso comune e persone con sapere esperto; persone con esperienza di sisma e persone senza esperienza di sisma. Oltre che ad analizzare la struttura della rappresentazione sociale, sono stati indagati l'atteggiamento implicito dei partecipanti nei confronti della parola "fiducia" e il contenuto della rappresentazione stessa, andando a cogliere il significato attribuito a ciascuna parola associata allo stimolo "fiducia" dai partecipanti alla ricerca. Questo studio è preliminare all'attivazione di specifici percorsi di formazione on the job e di gruppi di lavoro rivolti a decisori, tecnici, volontari e cittadini coinvolti nella ricerca, finalizzati all'approfondimento teorico, alla condivisione e discussione dei risultati della ricerca, nonché all'esplicitazione e condivisione dei saperi e delle buone pratiche.
2017, Rapporto tecnico, ITA
Rissotto, A.
Il modello standard di comunicazione della scienza è da tempo andato in crisi essenzialmente perché le forme consolidate di comunicazione invece di ridurre la disparità tra le conoscenze costruite nella comunità scientifica e quelle possedute dai cittadini tendevano a mantenerla inalterata in un mondo in cui la richiesta di condivisione della conoscenza è in costante crescita. La visione di scienza del prossimo futuro proposta dalla Commissione Europea sarà global, networked, open and closer to society. Per la realizzazione di questo cambiamento è necessaria una nuova alleanza tra scienziati e cittadini basata su un mutamento sostanziale della comunicazione della scienza, sia all'interno della comunità scientifica sia tra questa e la società civile. È in questo scenario che si colloca il progetto di comunicazione della scienza, presentato nel rapporto tecnico, rivolto al personale della Rete di ricerca e della Struttura amministrativa Centrale. Il progetto è iniziato con lo studio dei fabbisogni formativi espressi dalla rete di ricerca e dalla SAC rispetto alla comunicazione della scienza e puntava a dare una risposta adeguata alle loro richieste. La costruzione del progetto è stata una importante occasione di mutual learning sulla nuova centralità assunta dalla comunicazione scientifica, in Europa e all'interno del CNR, tra i tecnologi dell'Ufficio Formazione, dell'Ufficio Stampa e della Struttura di Particolare Rilievo "Valorizzazione della ricerca".
2017, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Rissotto, A.
CLoud plAtform and smart underground imaging for natural Risk Assessment (CLARA), vincitore di un Bando MIUR - Smart cities e sicurezza del territorio, aveva l'obiettivo di mitigare del rischio idrogeologico e sismico dei centri abitati. Contenuti del report: LE ISTITUZIONI E IL RISCHIO SISMICO: La rete di risk assessment della Regione Emilia Romagna; La rete di risk management del Comune di Ferrara: principali attori e funzioni. I CITTADINI E IL RISCHIO SISMICO: Cosa pensano del rischio i cittadini di Ferrara? Cittadini prudenti o propensi al rischio? Il rischio sismico è una sfida o una minaccia da evitare? OPEN SPACE TECHNOLOGY: COMUNICARE E APPRENDERE INSIEME: Perché a Ferrara; Un po' di storia; Prerequisiti e regole per l'utilizzo; Cosa ne pensano i partecipanti dell'Open Space Tecnology; Un'Open Space Technology a Ferrara per comunicare e apprendere insieme BIBLIOGRAFIA. ALLEGATO N. 1: il campione e gli strumenti di indagine. ALLEGATO N 2: altri prodotti di comunicazione
2017, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
Il documento descrive le attività di ricerca relative agli studi quantitativi sui livelli di Attaccamento al luogo e Norm compliance dei partecipanti alla ricerca. Nella seconda parte del rapporto, invece, vengono studiate le Rappresentazioni sociali delle persone con alto/basso livello di Attaccamento al luogo e Norm compliance.
2017, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
La ricerca esplorativa presentata nelle pagine che seguono si è focalizzata sul tema del rischio, ed in particolare sulle rappresentazioni sociali di questo costrutto possedute da persone con una alta propensione al rischio, ossia inclini al rischio, e persone con una bassa propensione al rischio, ossia evitanti il rischio, denominate rispettivamente rischianti e prudenti. Lo studio è finalizzato ad una conoscenza e messa a confronto delle due rappresentazioni, con particolare riferimento a struttura, contenuto e polarità delle stesse. Prendendo come riferimento l'approccio strutturale e la teoria delle libere associazioni, è stato approfondito il significato condiviso attribuito al costrutto di rischio dai due gruppi di attori: oltre che ad analizzare la struttura della rappresentazione sociale, è stato indagato il contenuto della rappresentazione stessa, andando a cogliere il significato attribuito a ciascuna parola associata allo stimolo "rischio" dal gruppo dei rischianti e dal gruppo dei prudenti; inoltre, attraverso il ricorso all'indice di polarità, è stato studiato l'atteggiamento implicito dei due gruppi di partecipanti nei confronti del "rischio". Questo studio consente di arricchire la rappresentazione generale del rischio, integrando così il modello già realizzato con specificità legate a gruppi omogenei di attori, in questo caso i cosiddetti rischianti e prudenti. Dopo una prima parte teorica, in cui ci si soffermerà sul dibattito esistente in letteratura attorno al concetto di rischio ed in cui saranno riportati i principali studi inerenti le rappresentazioni sociali del rischio e la propensione al rischio, sarà presentata la nostra ricerca con particolare attenzione agli obiettivi dello studio, alla metodologia adottata, ai partecipanti coinvolti e ai principali risultati dello studio stesso. In particolare lo studio, avente come principale obiettivo quello di studiare l'influenza della propensione al rischio su struttura, polarità e contenuto della rappresentazione sociale del rischio stesso, ha coinvolto 190 persone, di cui 83 rischianti e 107 prudenti. A partire dalla rappresentazione sociale del rischio, per la quale si è fatto riferimento al metodo delle libere associazioni ed in particolare alla teoria del nucleo centrale, e dai risultati della scala di propensione al rischio, somministrata a tutti i partecipanti e presentata nel SAL precedente, con l'ausilio del software EVOC sono state realizzate le rappresentazioni sociali del rischio possedute da rischianti e prudenti, poi messe a confronto non solo dal punto di vista del lessico (le cui significatività statistiche sono state individuate con il ricorso al test del ?²), ma anche dal punto di vista del contenuto e della polarità. Lo studio ha messo in evidenza che la propensione al rischio rappresenta un tratto di personalità/atteggiamento capace di influenzare la rappresentazione sociale del costrutto di rischio stesso, non solo per quanto riguarda il lessico, ma anche in riferimento alla struttura della rappresentazione stessa e al significato attribuito alle parole che costituiscono il campo rappresentazionale. Questa ricerca fornisce pertanto elementi utili ai fini della programmazione di interventi finalizzati alla prevenzione e gestione del rischio, che potrebbero essere pensati in maniera differenziata per gruppi omogenei di stakeholder, così da aumentare le possibilità di efficacia degli stessi.
2016, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
Il documento presenta lo studio quantitativo riguardante la relazione tra Attitudine al rischio e Attaccamento al luogo. Dopo una prima parte teorica che illustra le due dimensioni a partire da un esame della letteratura, viene presentata e descritta la scala utilizzata per la raccolta dati sull'Attaccamento al luogo, la Neighbourhood Attachment Scale (Bonaiuto, 2003). A seguire l'Analisi delle Componenti Principali rileva, a differenza di quanto emerge dalla letteratura, la bidimensionalità della Scala: l'interpretazione che viene proposta (pur con la consapevolezza delle fragilità di questo studio esplorativo, a partire dal campione) mette in luce una lettura ragionevole della questione, proponendo due tipi di legame, uno più "funzionale/strutturale" alla città, uno più "sociale", riguardante gli abitanti della città e le loro abitudini. Dopo una parte sulla descrizione dei dati a partire dalle variabili socioanagrafiche, vengono esaminate le relazioni tra il livello di attaccamento al luogo e altre dimensioni, come ad esempio l'aver vissuto in quel luogo esperienze (drammaticamente) rilevanti come il sisma del 2012. Il documento si chiude con un approfondimento riguardante la relazione tra sesso dell'intervistatore e Risk attitude. La nostra ipotesi di lavoro era che il sesso dell'intervistatore è in relazione con l'atteggiamento di rischio riportato dagli intervistati nell'ambito di una raccolta dati CATI. I nostri risultati mettono in luce un effetto del sesso dell'intervistatore sull'atteggiamento di rischio riportato dagli intervistati di sesso maschile: gli uomini tendono a mostrarsi più propensi al rischio di fronte ad un'intervistatrice di sesso femminile rispetto a un intervistatore maschio. Ciò ha implicazioni per l'analisi dei dati sulla Risk attitude, specialmente quando i risultati possono essere significativi ma gli effetti dell'intervistatore non sono stati esaminati con la dovuta cura.
2016, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
All'interno del presente documento, realizzato nell'ambito dell'AR 2.3, è presentato lo studio finalizzato a indagare e modellizzare la rappresentazione sociale del rischio di un gruppo di persone residenti nella città di Ferrara. I fondamenti teorici che sono alla base dello studio realizzato riguardano da un lato il costrutto di rischio, letto all'interno di una prospettiva multidimensionale, e dall'altro la teoria delle rappresentazioni sociali. Dopo aver presentato una sintesi del dibattito sul costrutto di rischio, si descrive l'approccio adottato per lo studio della struttura delle rappresentazioni sociali, ossia il metodo delle libere associazioni come previsto dalla Teoria del nucleo centrale della rappresentazione sociale (Abric, 1987; Flament, 1987, 1989). Successivamente si offre un resoconto dello studio empirico realizzato. Complessivamente sono state coinvolte 190 persone, che hanno prodotto delle associazioni libere alla parola stimolo "rischio". Per l'analisi della struttura delle rappresentazioni è stato utilizzato il software EVOC (2005). Tra i principali risultati dello studio viene presentato e discusso il modello della rappresentazione del rischio ed è analizzato l'effetto di alcune variabili particolarmente rilevanti (esperienza di eventi sismici, possesso di una conoscenza tecnica, genere) sul modello in esame.
2015, Articolo in rivista, ENG
Maurizio Norcia, Antonella Rissotto
Does a relation exist between subjective perception of one's own socioeconomic status and hif beliefs about impoverishment? Are people's causal attributions for poverty related to their concern for cost of living, their evaluation of economic situation in the last 12 months or prevision for next 12 months? This paper aims at studying these relations in order to better understand people's viewpoint on what originates poverty. The study considers data collected into a research carried out in 2012, in Italy and that has involved around 1000 participants. A Principal Component Analysis has allowed detecting three main components and the following analyses have showed significant relations between attributions and factors like, e.g., the perception of the personal socioeconomic status and concern for cost of living.
2015, Contributo in atti di convegno, ITA
Felletti, Silvia; Falcone, Rino
Il tema della prevenzione e della gestione del rischio naturale può apparire come unico affare di tecnici ed esperti, di cifre oggettive, probabilità di rischio, tassi di mortalità e stime di danni. Ma la percezione del rischio da parte dei cittadini, come pure la sua rappresentazione sociale, sono tutt'altro che oggettive, e subiscono l'influenza di una serie di fattori, endogeni ed esogeni. Tra questi ultimi sono essenziali l'incertezza, la controllabilità, o il potenziale catastrofico dell'evento, mentre i fattori endogeni si riferiscono alle tendenze psicologiche individuali, al background culturale, o alla fiducia, che gioca un ruolo fondamentale nei processi di gestione del rischio, oltre ad essere un costrutto fondativo nell'interazione sociale, in cui contribuisce a promuovere conformità e cooperazione. Le scienze cognitive possono dare un contributo importante agli studi sulla percezione del rischio, soprattutto indagando il ruolo della fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, con l'obiettivo di ridurre timori ingiustificati, aumentare la ricettività verso le comunicazioni di prevenzione e allerta, e favorire l'adozione di comportamenti adeguati nelle fasi di prevenzione e di crisi. Il simposio propone l'utilizzo di un approccio interdisciplinare e cognitivo alla prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, con un riferimento particolare alle dinamiche di fiducia tra cittadini e istituzioni.
2015, Poster, ITA
Colì, E., Rissotto, A., Norcia, M.
Quali processi, strumenti e attori caratterizzano le reti di valutazione e gestione del rischio sismico? Come costruire una rappresentazione integrata della pericolosità sismica e della vulnerabilità della popolazione? Come si rappresentano il rischio naturale i ferraresi? Lo scopo del contributo è quello di rispondere a queste domande di ricerca, presentando i primi risultati dello studio condotto nell'ambito del progetto CLARA.
2015, Abstract in atti di convegno, ENG
Maurizio Norcia, Antonella Rissotto
What do people think about becoming poor? Should the poor be blamed? Are community or society mainly responsible for their condition? Or Bad Luck? This paper analyses the causal attributions for Poverty in Italy, in order to better understand people's viewpoint. According to literature, we can detect three main attributions, depending on explaining poverty as ascribable to individual, external-tangible or fatalistic factors. The data analyzed come from a study conducted in 2012, in Italy, which involved around 1000 participants. A Principal Component Analysis has allowed to 'weed-out' the items by identifying three main components. Following analyses have showed significant relations between attributions and factors like sex, age, education level and economic condition.
2015, Presentazione, ENG
Colì, E., Rissotto, A., Norcia, M.
Risk management is part of the risk analysis process, including both "risk assessment" and "risk management". It is performed to ensure that risk is maintained within an acceptable level to avoid any serious adverse effect to the public and environment by selecting the most suitable alternative (Tesfamariam, Sadiq, Najjaran, 2010). Risk management involves three public policies that are risk identification, risk reduction and disaster management (Cardona, 2004). These different public policies involve different social actors and as a consequence imply different disciplinary approaches, values, interests and strategies. Therefore, risk management inevitably requires an understanding of how disaster is managed, in terms of different stakeholders involved and processes activated. These aspects are particularly important in the case of seismic risk, a phenomena characterized by complexity and uncertainty (Vahdat, 2015), elements that make more difficult the identification of a generalized seismic risk management model. Since 1900 in Italy there were 30 earthquakes with a 5.8 or major magnitude, some of which were catastrophic (Rovida et al., 2011). The research presented aimed at identifying the network of stakeholders involved in the management of the earthquake that affected the city of Ferrara (Emilia Romagna) on May 2012. In particular, we studied this network from a structural and functional point of view, in order to highlight its strengths and weaknesses. This research was part of the largest research project CLARA "CLoud plAtform and smart underground imaging for natural Risk Assessment", funded by Italian Ministry of Education, Universities, and Research (MIUR), whose main object was to mitigate the effects of landslides and earthquakes, affecting some Italian towns, by acquiring knowledge related to the environment. The risk management network was studied starting from legislative and technical documents (such as the Piano Intercomunale di Protezione Civile), integrated with in-depth interviews with stakeholders who have a key role in this network. The network is characterized by different levels of activation (national, regional, provincial and municipal), depending on the seriousness of the event. In the case of a-type event, each municipality intervenes with his own resources. In the case of b-type events, the level of intervention is extended to provincial and regional level. In the case of the c-type events the level of the network become national. From a structural and functional point of view, however, the risk management network activated during the earthquake of 2012, is a very complex and articulated system. Indeed, many actors, structures and services, each one with its own roles and functions, have intervened in the management of the emergency as stated by law. In particular, among the operating units, there were Fire fighters, Armed Forces, Police, State Forestry, the Italian Red Cross, national organizations of volunteers, the Department of Civil Protection. Among the decision units there were, instead, the Emilia Romagna Region, the Local Authorities and the companies of public and private services. For the first time the different actors have constantly communicated and interacted with each other, in order to ensure a connection between the different intervention levels and an adequate assistance to the population. The analysis of the risk management network, activated during the earthquake in Ferrara, has highlighted that the existence of a model for seismic risk management is an essential, but not sufficient tool for the emergency management. This model need to be dynamic and flexible, that are key features for dealing with events, like earthquakes, which by their nature are difficult to be predicted (Stewart & Bostrom, 2002). The flexibility represented one of the strengths of the Ferrara risk management network, allowing a fast communication between different stakeholders and a better efficiency of the intervention. The intervention model should also be integrated by a clear definition and a shared knowledge of tasks, roles and functions of different stakeholders, whose scarcity represented one of the main weaknesses of the seismic management network in Ferrara. Work practices, aimed at the promotion between different stakeholders of the network of shared languages and shared working methods, should be promoted too.
2015, Abstract in atti di convegno, ENG
Maurizio Norcia, Antonella Rissotto, Elisa Colì
This paper is concerned with using georeferenced information in Social Sciences as a concrete case of interdisciplinary research and building of knowledge related to vulnerability. Geospatial framework is a central factor in analyzing data from sociology, psychology, anthropology and economics. That notwithstanding, its potential contribution has been substantially ignored. In the last years, the reconciliation between GIS techniques and Social Sciences is occurring, mainly because of improvements in software to manage complex data. The paper arises from CLARA project, an Italian national project on risk assessment and management in the field of natural disasters. The article discusses the theoretical and technical steps aimed at georeferencing specific data on a geographical map. This process entails two main pros: information on a map are more quickly readable and relations among them stand out more easily. Furthermore, georeferenced data bring back complexity to the object studied, because they allow a multidimensional, contextual and integrated reading of it. The multidimensionality highlights the importance of interdisciplinarity as an opportunity for encounter of scholars and technicians and for acquisition of diversified, deeper and richer perspective, which allows better outcomes. Finally, the paper discusses several advantages for interventions and policies.
2015, Presentazione, ENG
Maurizio Norcia, Antonella Rissotto
What do people think about becoming poor? Should the poor be blamed? Are community or society mainly responsible for their condition? Or Bad Luck? This paper analyses the causal attributions for Poverty in Italy, in order to better understand people's viewpoint. According to literature, we can detect three main attributions, depending on explaining poverty as ascribable to individual, external-tangible or fatalistic factors. The data analyzed come from a study conducted in 2012, in Italy, which involved around 1000 participants. A Principal Component Analysis has allowed to 'weed-out' the items by identifying three main components. Following analyses have showed significant relations between attributions and factors like sex, age, education level and economic condition.
2015, Articolo in rivista, ENG
Colì, E., Rissotto, A., Norcia, M.
Risk management, part of the risk analysis process, involves three public policies that are risk identification, risk reduction and disaster management. The management of an extreme event, such as an earthquake, is a complex and dynamic process that inevitably involves different organizations who need to coordinate themselves and work together to pursue the common goal to respond to the emergency in the best possible way. These organizations constitute the management network of the emergency, a complex and inter-organizational social system. The complexity of the management network and the characteristics of an extreme event make the emergency management more difficult. In order to identify the network structures that would facilitate an effective disaster management, we studied the network of stakeholders involved in the management of the earthquake that affected the city of Ferrara in May 2012. In particular, we considered the characteristics of the emergency network, such as numerosity and cohesion, and the positions of the actors based on relational ties, such as centrality, in order to highlight strengths and weaknesses of the network. The risk management network was studied starting from legislative and technical documents, integrated with in-depth interviews with stakeholders who had a key role in the network. The network data collected from the interviews was analyzed using the UCINET 6.0 social network analysis software. The main results have been integrated with parts of the transcribed interviews. Overall, the network of emergency management activated in Ferrara during the earthquake in 2012, has a complex structure characterized by many actors with different functions and roles. The network analysis highlighted that it has a poor level of cohesion and exploits very little of its relational potential. Some pairs of actors are isolated and a hierarchical communication and an asymmetric flow of information seems to prevail between some actors. The functioning of the network also appears to be driven mainly by the establishment of informal relations rather than by formal and pre-existing ones, a flexible operating way probably more suited to the management of an emergency that requires immediacy and rapid response. The population is the most popular actor of this network, however it has a passive role, seen exclusively as the recipient of the process of emergency management. Several interventions, aimed to improve the functioning of the emergency management network, are proposed in this article.
2015, Rapporto di ricerca (Research report), ITA
Antonella Rissotto, Elisa Colì, Maurizio Norcia
Il presente documento, realizzato nell'ambito dell'AR 2.3, si focalizza sul tema del rischio sismico. In particolare, la prima parte è dedicata alle reti di risk assessment e risk management, ovvero le reti di politici, tecnici, volontari e cittadini che hanno i compiti di quantificare/valutare e gestire il rischio sismico in un determinato contesto. Questa parte ha due obiettivi principali. Il primo riguarda la costruzione di un modello dei nodi delle reti di risk assessment e risk management dell'Emilia Romagna, con particolare riferimento al Comune di Ferrara, nonché dei processi attraverso cui tali nodi effettuano le attività di valutazione e gestione del rischio sismico. Il secondo obiettivo mira a raccogliere e a mettere a disposizione dei partecipanti al progetto CLARA una collezione ragionata di fonti bibliografiche e sitografiche al fine di contribuire alla costruzione di un know-how progettuale condiviso. La seconda parte del documento si focalizza sull'integrazione di dati socio-anagrafici, scelti come indicatori di vulnerabilità della popolazione e georeferenziati, con informazioni sulla pericolosità sismica del territorio. L'obiettivo di questa parte è quello di realizzare un percorso empirico multidisciplinare finalizzato alla costruzione di mappe di rischio, analizzandone la fattibilità ed evidenziandone potenzialità e ostacoli. Nella terza parte del documento è presentato lo studio finalizzato a indagare e modellizzare la rappresentazione sociale del rischio di un gruppo di persone residenti nella città di Ferrara. I fondamenti teorici che sono alla base dello studio realizzato riguardano da un lato il costrutto di rischio, letto all'interno di una prospettiva multidimensionale, e dall'altro la teoria delle rappresentazioni sociali. Dopo aver presentato una sintesi del dibattito sul costrutto di rischio, si descrive l'approccio adottato per lo studio della struttura delle rappresentazioni sociali, ossia il metodo delle libere associazioni come previsto dalla Teoria del nucleo centrale della rappresentazione sociale (Abric, 1987; Flament, 1987, 1989). Successivamente si offre un resoconto dello studio empirico realizzato. Complessivamente sono state coinvolte 190 persone, che hanno prodotto delle associazioni libere alla parola stimolo "rischio". Per l'analisi della struttura delle rappresentazioni è stato utilizzato il software EVOC (2005). Tra i principali risultati dello studio viene presentato e discusso il modello della rappresentazione del rischio ed è analizzato l'effetto di alcune variabili particolarmente rilevanti (esperienza di eventi sismici, possesso di una conoscenza tecnica, genere) sul modello in esame.