2024, Contributo in volume, ENG
Del Freo M.
Typology, find places, and scribes of Linear B documents.
2024, Articolo in rivista, ITA
AMBROSINI L.
Il Gruppo degli Askoi Ornitomorfi è caratterizzato dalla conformazione a volatile del corpo, l'ansa a nastro disposta a ponte tra il beccuccio e il corpo, piede modanato con le zampe del volatile a rilievo. Esso sembra attribuibile alla produzione forse di un'unica o di un paio di officine operanti agli inizi dell'ultimo quarto del iv secolo a.C., gestite da artigiani falisci inizialmente nell'Agro Falisco (a Falerii veteres) (Sottogruppi A e B) e poi ad Orvieto (Sottogruppi C e D) da parte di artigiani falisci o formatisi in ambito falisco. La localizzazione di un'officina a Falerii Veteres sembra avvalorata ora da due nuovi elementi: un askos della Collezione dei conti Feroldi Antonisi De Rosa costituita da reperti rinvenuti a Falerii Veteres e due frammenti di matrici riferibili ad askoi di questo tipo rinvenuti a Falerii Veteres nel 1999.
2024, Articolo in rivista, ENG
Balzani R.; Barzaghi S.; Bitelli G.; Bonifazi F.; Bordignon A.; Cipriani L.; Colitti S.; Collina F.; Daquino M.; Fabbri F.; Fanini B.; Fantini F.; Ferdani D.; Fiorini G.; Formia E.; Forte A.; Giacomini F.; Alena Girelli V.; Gualandi B.; Heibi I.; Iannucci A.; Manganelli Del Fà R.; Massari A.; Moretti A.; Peroni S.; Pescarin S.; Renda G.; Ronchi D.; Sullini M.; Tini M. A.; Tomasi F.; Travaglini L.; Vittuari L.
As per the objectives of Project CHANGES, particularly its thematic sub-project on the use of virtual technologies for museums and art collections, our goal was to obtain a digital twin of the temporary exhibition on Ulisse Aldrovandi called "The Other Renaissance", and make it accessible to users online. After a preliminary study of the exhibition, focusing on acquisition constraints and related solutions, we proceeded with the digital twin creation by acquiring, processing, modelling, optimising, exporting, and metadating the exhibition. We made hybrid use of two acquisition techniques to create new digital cultural heritage objects and environments, and we used open technologies, formats, and protocols to make available the final digital product. Here, we describe the process of collecting and curating bibliographical exhibition (meta) data and the beginning of the digital twin creation to foster its findability, accessibility, interoperability, and reusability. The creation of the digital twin is currently ongoing.
2024, Articolo in rivista, ENG
Piccarreta M.; Lazzari M.; Bentivenga M.
Rainfall erosivity (EI) is crucial to characterize the rainfall effect on soil erosion based on storm intensity. Its calculation is highly sensitive to the time resolution used, in which using rainfall data at fixed time intervals (??) >30-min results in large underestimation. Therefore, there is a need to explore the difference and correlation between EI calculated at different ??. One-minute rainfall data from 2006 to 2022 were collected from 6 stations over the Basilicata region in southern Italy to compute the maximum 30-min rainfall intensity (I), total kinetic energy of storm (KE), EI and erosivity density values, for a total of 2516 storm events. These data constitute the actual values of I, KE and EI and will be used as reference data. Underestimation of all the considered parameters were systematically evaluated using data aggregated at 5-, 10-, 15-, 30- and 60-min fixed interval. For ?? <= 15 min the parameter responsible of the greatest underestimation turns out to be KE, whereas for coarser temporal resolution (?? > 30 min) I plays a dominant role in underestimating EI. The use of coarse temporal resolutions also leads to >5 % loss of erosive events, especially those characterized by middle to high intensity/low duration (?? <= 45 min) events, as well as to an underestimation higher than 30 % in the estimated rainfall erosivity. The results show that an accurate estimation of the rainfall erosivity requires the use of rainfall data with a fixed time interval of length lower than 10 min.
2023, Monografia o trattato scientifico, ITA/ENG/LAT
Baldi D.; Dana J.C.
Nel 1907 John Cotton Dana, una delle più brillanti menti della biblioteconomia statunitense, dette alle stampe l'A Brief Outline of the History of Libraries. L'opuscolo presentava, esclusivamente in inglese, il De bibliothecis syntagma di Justus Lipsius. La traduzione di Dana rimase unica per oltre un secolo, costituendo un punto di riferimento per chiunque si occupasse delle biblioteche e della loro storia. In questo volume essa viene riproposta, per la prima volta assieme al testo latino, e ne viene ricostruita la storia editoriale.
2023, Monografia o trattato scientifico, ITA/FRE/CPE/FRM/GRC/LAT
Baldi D.
Nel 1602, l'erudito fiammingo Justus Lipsius affidava al torchio la prima edizione del De bibliothecis syntagma, un libretto di poche pagine dedicato alla storia delle biblioteche classiche. Il trattatello, al di là della volontà del suo stesso autore, era destinato a cambiare per sempre gli studi bibliotecari, decretandone l'inizio in quanto discipline scientifiche. In questo volume è proposta l'edizione moderna del testo lipsiano, corredata di traduzione e commento, e accompagnata da un saggio introduttivo teso a ricostruire il contesto storico e letterario in cui comparve l'operetta.
2023, Contributo in volume, ITA
Mazzaglia A.
Il contributo offre una sintesi dei principi, metodi e risultati raggiunti dalla ricerca archeologica a Catania nell'ultimo secolo e mezzo, attraverso un'analisi delle carte di sintesi (carte archeologiche, del potenziale, del rischio) prodotte.
2023, Contributo in volume, ITA
Malfitana D.; Mazzaglia A.
Il contributo si sofferma ad analizzare, sulla base dell'esperienza maturata nella conduzione di progetti di archeologia urbana e territoriale, il ruolo e l'importanza che la libera riproduzione e circolazione delle immagini rivestono ai fini della ricerca storico-archeologica e del coinvolgimento della comunità.
2023, Contributo in volume, ITA
Mazzaglia A.
Il contributo presenta una sintesi degli obiettivi e dei risultati raggiunti nel progetto TeCHNIC, Tools for Cultural Heritage Management in Hurban Context, che raccoglie l'eredità della precedente esperienza di OpenCiTy. Particolare attenzione assume la descrizione della Piattaforma TeCHNIC-VR strumento di ricerca, analisi e divulgazione del dato storico e archeologico realizzato e applicato al contesto della città di Catania.
2023, Contributo in volume, ITA
AMBROSINI L.
Tema dello studio che si presenta è il vasellame etrusco in bronzo documentato a Norchia in età ellenistica in rapporto alla sua diff usione a Tarquinia e nell'Ager Tarquiniensis. Com'è già stato evidenziato da Massimo Pallottino nel 1937, la linea di confi ne dell'Ager, seguendo lo sviluppo politico dello stato, si deve supporre soggetta a considerevoli varia- zioni attraverso i secoli. Per l'età orientalizzante ed arcaica, infatti, soprattutto nel "corridoio" del Biedano, le infl uenze tarquiniesi sembrano in posizione minoritaria rispetto a quelle ceretane. Nella zona dell'entroterra tarquiniese a partire dall'età ellenistica la metropoli tirrenica ripopola grazie alle sue aristocrazie i siti posti nel vasto entroterra tra il Lago di Bolsena e l'Agro Falisco dove erano presenti sia piccoli insediamenti satelliti, dipendenti direttamente dal central place che siti di dimensioni medio-grandi collocati nel territorio con la funzione di precisi markers territoriali (come Blera - San Giuliano, Tuscania, Norchia, Castel d'Asso e Musarna).
2023, Contributo in volume, ITA
Malfitana D.; Mazzaglia A.
Il volume pensato per celebrare i cento anni di esistenza della Scuola di Specializzazione in archeologia dell'Università di Catania, fondata nel 1923, raccoglie una serie di contributi finalizzati a ricordare le tappe salienti che hanno portato alla creazione di una struttura di alta specializzazione, a soli quattordici anni di distanza dalla nascita della Scuola Archeologica Italiana di Atene avvenuta nel 1909. La Scuola, fondata nel 1923, ebbe come primo direttore il celebre archeologo roveretano Paolo Orsi che in quegli anni era alla guida della Soprintendenza archeologica di Siracusa, mentre formava archeologi insegnando nell'ateneo catanese. La Scuola oggi ha sede a Siracusa, a Palazzo Chiaramonte, un palazzo del XIV secolo, lasciato in eredità all'ateneo catanese da una nobile famiglia siracusana perché divenisse sede di una Scuola di archeologia. Nell'arco di un secolo alla Scuola siracusana sono passati i migliori archeologi del panorama nazionale ed internazionale offrendo lezioni e seminari a tanti allievi, molti dei quali oggi occupano posti di prestigio nelle Università, negli enti di ricerca, nelle Soprintendenze, nei musei e nei parchi archeologici dell'isola e non. Oggi, a chi guida questa struttura, al Consiglio Scientifico, al Dipartimento di Scienze Umanistiche che fa da grande contenitore di competenze sulla cultura umanistica, e soprattutto ad allieve ed allievi che la frequentano, è affidato il compito di veicolare e sperimentare nuovi percorsi per ridare una posizione chiave ad una archeologia che non rappresenta più il semplice studio del passato ma, al contrario, è nelle condizioni di programmare un diverso futuro. È questa la nuova sfida che questo volume vuol far comprendere attraverso la definizione di un piano strategico a medio/lungo termine costruito su una didattica innovativa affiancata da una pluralità di esperienze (in aula, sul campo e in laboratorio) per preparare il futuro delle giovani forze, professionisti di un domani fatto di imprenditoria, di conoscenza trasformata in prodotto, di scavi preventivi visti come strumenti per la definizione di una professione che stenta ad essere riconosciuta come tale, ed ancora di tanto digitale e molte tecnologie che dialogano con i resti del passato. Il volume è stato pensato dalla governance della Scuola e da allieve ed allievi dell'ultimo biennio: i primi hanno tracciato gli indirizzi e le destinazioni verso cui la Scuola oggi prova a concentrare sforzi ed interessi; le allieve e gli allievi, invece, hanno avviato una riflessione sulle nuove linee e sugli indirizzi di ricerca che l'archeologia pone oggi nella contemporaneità e sulle esigenze di investimento viste da chi accede ad una Scuola di terzo livello.
2023, Contributo in volume, ITA
Malfitana D.; Mazzaglia A.
Il volume pensato per celebrare i cento anni di esistenza della Scuola di Specializzazione in archeologia dell'Università di Catania, fondata nel 1923, raccoglie una serie di contributi finalizzati a ricordare le tappe salienti che hanno portato alla creazione di una struttura di alta specializzazione, a soli quattordici anni di distanza dalla nascita della Scuola Archeologica Italiana di Atene avvenuta nel 1909. La Scuola, fondata nel 1923, ebbe come primo direttore il celebre archeologo roveretano Paolo Orsi che in quegli anni era alla guida della Soprintendenza archeologica di Siracusa, mentre formava archeologi insegnando nell'ateneo catanese. La Scuola oggi ha sede a Siracusa, a Palazzo Chiaramonte, un palazzo del XIV secolo, lasciato in eredità all'ateneo catanese da una nobile famiglia siracusana perché divenisse sede di una Scuola di archeologia. Nell'arco di un secolo alla Scuola siracusana sono passati i migliori archeologi del panorama nazionale ed internazionale offrendo lezioni e seminari a tanti allievi, molti dei quali oggi occupano posti di prestigio nelle Università, negli enti di ricerca, nelle Soprintendenze, nei musei e nei parchi archeologici dell'isola e non. Oggi, a chi guida questa struttura, al Consiglio Scientifico, al Dipartimento di Scienze Umanistiche che fa da grande contenitore di competenze sulla cultura umanistica, e soprattutto ad allieve ed allievi che la frequentano, è affidato il compito di veicolare e sperimentare nuovi percorsi per ridare una posizione chiave ad una archeologia che non rappresenta più il semplice studio del passato ma, al contrario, è nelle condizioni di programmare un diverso futuro. È questa la nuova sfida che questo volume vuol far comprendere attraverso la definizione di un piano strategico a medio/lungo termine costruito su una didattica innovativa affiancata da una pluralità di esperienze (in aula, sul campo e in laboratorio) per preparare il futuro delle giovani forze, professionisti di un domani fatto di imprenditoria, di conoscenza trasformata in prodotto, di scavi preventivi visti come strumenti per la definizione di una professione che stenta ad essere riconosciuta come tale, ed ancora di tanto digitale e molte tecnologie che dialogano con i resti del passato. Il volume è stato pensato dalla governance della Scuola e da allieve ed allievi dell'ultimo biennio: i primi hanno tracciato gli indirizzi e le destinazioni verso cui la Scuola oggi prova a concentrare sforzi ed interessi; le allieve e gli allievi, invece, hanno avviato una riflessione sulle nuove linee e sugli indirizzi di ricerca che l'archeologia pone oggi nella contemporaneità e sulle esigenze di investimento viste da chi accede ad una Scuola di terzo livello.
2023, Contributo in volume, ITA
Malfitana D.; Mazzaglia A.
Il volume pensato per celebrare i cento anni di esistenza della Scuola di Specializzazione in archeologia dell'Università di Catania, fondata nel 1923, raccoglie una serie di contributi finalizzati a ricordare le tappe salienti che hanno portato alla creazione di una struttura di alta specializzazione, a soli quattordici anni di distanza dalla nascita della Scuola Archeologica Italiana di Atene avvenuta nel 1909. La Scuola, fondata nel 1923, ebbe come primo direttore il celebre archeologo roveretano Paolo Orsi che in quegli anni era alla guida della Soprintendenza archeologica di Siracusa, mentre formava archeologi insegnando nell'ateneo catanese. La Scuola oggi ha sede a Siracusa, a Palazzo Chiaramonte, un palazzo del XIV secolo, lasciato in eredità all'ateneo catanese da una nobile famiglia siracusana perché divenisse sede di una Scuola di archeologia. Nell'arco di un secolo alla Scuola siracusana sono passati i migliori archeologi del panorama nazionale ed internazionale offrendo lezioni e seminari a tanti allievi, molti dei quali oggi occupano posti di prestigio nelle Università, negli enti di ricerca, nelle Soprintendenze, nei musei e nei parchi archeologici dell'isola e non. Oggi, a chi guida questa struttura, al Consiglio Scientifico, al Dipartimento di Scienze Umanistiche che fa da grande contenitore di competenze sulla cultura umanistica, e soprattutto ad allieve ed allievi che la frequentano, è affidato il compito di veicolare e sperimentare nuovi percorsi per ridare una posizione chiave ad una archeologia che non rappresenta più il semplice studio del passato ma, al contrario, è nelle condizioni di programmare un diverso futuro. È questa la nuova sfida che questo volume vuol far comprendere attraverso la definizione di un piano strategico a medio/lungo termine costruito su una didattica innovativa affiancata da una pluralità di esperienze (in aula, sul campo e in laboratorio) per preparare il futuro delle giovani forze, professionisti di un domani fatto di imprenditoria, di conoscenza trasformata in prodotto, di scavi preventivi visti come strumenti per la definizione di una professione che stenta ad essere riconosciuta come tale, ed ancora di tanto digitale e molte tecnologie che dialogano con i resti del passato. Il volume è stato pensato dalla governance della Scuola e da allieve ed allievi dell'ultimo biennio: i primi hanno tracciato gli indirizzi e le destinazioni verso cui la Scuola oggi prova a concentrare sforzi ed interessi; le allieve e gli allievi, invece, hanno avviato una riflessione sulle nuove linee e sugli indirizzi di ricerca che l'archeologia pone oggi nella contemporaneità e sulle esigenze di investimento viste da chi accede ad una Scuola di terzo livello.
2023, Monografia o trattato scientifico, ITA
Mazzaglia A.; Malfitana D.
Progettare e pianificare l'evoluzione delle città pluristratificate a lunga continuità di vita costituisce una sfida alla complessità. Prendendo spunto dai risultati raggiunti a Catania con il progetto TeCHNIC "Tools for cultural heritage management in urban context", finanziato all'ISPC-CNR nell'ambito dell'Avviso MIUR "Proof of Concept", il volume raccoglie diversi contributi da illustri esponenti che operano nel campo della ricerca scientifica, dell'urbanistica, della tutela e valorizzazione, nonché dell'economia, del project management e del marketing territoriale che provano, attraverso la contaminazione di saperi e professionalità, a tratteggiare un possibile futuro delle città storiche.
2023, Articolo in rivista, CPE
Genovese L.; Varriale R.
Troglodytism is one of the most representative cultural expressions in Sicily and in the area between the Nebrodi Mountains and Val Demone several significant examples of this approach to urban development can be found. Sperlinga village is an archetype of rock settlements in rural and remote areas. It represents a precious treasure chest of information and an example of living heritage, but it is very fragile and risks disappearing. It is a worldwide issue regarding folk villages in remote areas between conservation and sustainable development, and tourism might be both an opportunity and a risk, particularly in those situations where a development strategy is lacking and both life needs and community expectations are ignored. The paper introduces the recent research experience led by the CNR to support the Municipality of Sperlinga in identifying an innovative approach to heritageled sustainable development. The experimentation in Sperlinga village is part of a long time research by the authors, still ongoing, aimed at defining a general framework to support the definition of heritage-led sustainable development strategies in this type of context. The motivations that led to the selection of Sperlinga case study will be illustrated. Furthermore, the multi-phase strategy for the census and classification of caved dwellings - through Underground Built Heritage (UBH) methodology -, urban regulation, and territorial integration management, up to the final phase of enhancement and tourism promotion, will be outlined and discussed.
2023, Articolo in rivista, ENG
Genovese L.; Varriale R.
Troglodytism is one of the most representative cultural expressions of geoarchitecture. On the Loess Plateau of China, several significant examples of this approach to urban development can be found. Sometimes abandoned, sometimes still inhabited, cave settlements are precious examples of living heritage in rural and internal areas, which are at the risk of disappearance. Tourism is one of the strategies to revitalize these settlements, but it might be both an opportunity and a risk. A balance between conservation and development must be found, and a paradigm change is needed. Chinese cases can serve as a reference for solutions for this type of cave heritage, on which a debate has only recently begun at a global scale. This study introduces the classification of cave settlements based on the Underground Built Heritage theoretical approach. Chinese cases in Shanxi and Shaanxi provinces are illustrated on a comparative level. Tourism-oriented reuse and enhancement practices are analyzed and discussed in the context of national and international scenarios. In addition, criticalities and opportunities for the future are illustrated.
DOI: 10.36922/jcau.0940
2023, Articolo in rivista, ENG
Nicodemo Abate, Roubis D, Sogliani F, Vitale V, Sileo M, Arzu P, Lasaponara R, Masini N
The study focuses on the integrated use of multiscale and multisensor remote sensing techniques and big data analysis for the identification of buried archaeological remains or areas of potential archaeological interest. Satellite multispectral data (at very high and high resolution), drone based visible, multispectral, and thermal imagery, and geophysical prospecting (gradiometer) were used. The ancient city of Metaponto was chosen as case study, as it was a very important city in the formative panorama of Italian Magna Graecia and it also is one of the most important and best preserved archaeological sites in southern Italy. The analysis of remote sensing data from different sensors, with different resolutions, and referable to different physical parameters, allowed to deepen archaeological knowledge on a landscape scale, as well as on a site scale, going from the analysis of traces of the ancient landscape (e.g. palaeo-channels, canalisation system, main roads), to the discovery of small features (e.g. secondary roads, houses, facilities).
2023, Articolo in rivista, ENG
Nicola Masini, Gerardo Romano, Dominika Sieczkowska, Capozzoli Luigi, Daniele Spizzichino, Francesco Gabellone, Jose Bastante, Manuela Scavone, Maria Sileo, Nicodemo Abate, Claudio Margottini, Lasaponara Rosa
Correction to: Scientific Reports https://doi.org/10.1038/s41598-023-43361-x, published online 25 September 2023 In the original version of this Article Dominika Sieczkowska was incorrectly affiliated with 'Centre for Andean Studies, University of Warsaw, Warsaw, Poland'. Additionally, Nicodemo Abate was incorrectly affiliated with 'Silesian University of Technology, Gliwice, Poland', as well as 'Centre for Andean Studies, University of Warsaw, Warsaw, Poland.' Their correct affiliations are listed below
2023, Articolo in rivista, ENG
Nicodemo Abate, Francesca Visone, Maria Sileo , Maria Danese, Antonio Minervino Amodio, Lasaponara Rosa, Nicola Masini
This study aimed to evaluate the impact of using an AI model, specifically ChatGPT-3.5, in remote sensing (RS) applied to archaeological research. It assessed the model's abilities in several aspects, in accordance with a multi-level analysis of its usefulness: providing answers to both general and specific questions related to archaeological research; identifying and referencing the sources of information it uses; recommending appropriate tools based on the user's desired outcome; assisting users in performing basic functions and processes in RS for archaeology (RSA); assisting users in carrying out complex processes for advanced RSA; and integrating with the tools and libraries commonly used in RSA. ChatGPT-3.5 was selected due to its availability as a free resource. The research also aimed to analyse the user's prior skills, competencies, and language proficiency required to effectively utilise the model for achieving their research goals. Additionally, the study involved generating JavaScript code for interacting with the free Google Earth Engine tool as part of its research objectives. Use of these free tools, it was possible to demonstrate the impact that ChatGPT-3.5 can have when embedded in an archaeological RS flowchart on different levels. In particular, it was shown to be useful both for the theoretical part and for the generation of simple and complex processes and elaborations.
2023, Articolo in rivista, ITA
AMBROSINI L.
Lo studio analizza in modo approfondito la percezione dello straniero nell'Etruria di età ellenistica partendo dall'esame del Gruppo Bruschi. Il Gruppo, quantitativamente limitato - finora documentato solo da tre vasi plastici etruschi a figure rosse rinvenuti a Tarquinia, Vulci e Todi, risulta molto utile in questa prospettiva per gettare luce sull'immagine che dei popoli stranieri, soprattutto levantini, avevano gli Etruschi in età ellenistica. Finora le relazioni tra Etruschi e stranieri sono state analizzate principalmente da un punto di vista commerciale ed economico oppure con un focus specifico sugli artigiani stranieri presenti in Etruria. Nel primo caso l'attenzione è stata concentrata sulle testimonianze archeologiche importate rinvenute in Etruria già nell'VIII secolo a.C. oppure sulle testimonianze etrusche al di fuori dell'Etruria. Minore attenzione è stata prestata invece all'impatto sociale che il contatto tra diverse civiltà ha avuto in Etruria e, in questo caso, soprattutto in ellenistica età.