2021, Scheda di catalogo, ITA
Elisa Guadagnini
Scheda relativa alla "Rettorica nova", presente nella lista dei libri posseduti da Leonardo.
2014, Contributo in volume, ITA
Francesca Alesse
2009, Monografia o trattato scientifico, ITA/FRE
Elisa Guadagnini
2007, Articolo in rivista, ITA
M. Alessandrelli
La presente relazione intende essere un commento puntuale dei §§ 28-30 del De fato di Cicerone. Cicerone non fu un servile divulgatore del pensiero greco, ma un filosofo originale anche quando citava e parafrasava fonti greche. Dobbiamo pertanto essere pronti a separare il profilo del suo operato dossografico da quello delle dottrine da lui riferite e divulgate. Questi tre paragrafi sono un'efficace testimonianza del modo ciceroniano di lavorare su fonti greche. La ratio ignava sembra fare la sua comparsa nel De fato al solo scopo di fare uscire Crisippo allo scoperto con l'affermazione dell'esistenza di qualcosa che dipende da noi e di preparare così il terreno alla critica carneadea del sua posizione. L'importanza della ratio ignava e della sua confutazione da parte di Crisippo nel corpo del De fato è quindi puramente strategica. Si propone di intendere la ratio ignava come un argomento modellato non contro il determinismo stoico/crisippeo ma contro i suoi sostenitori. Di probabile origine megarica, è plausibile immaginare un diffuso impiego di essa da parte di scuole e gruppi ostili allo Stoicismo, con intenzione più ridicolizzante che confutatoria. Nel corso del commento, questa intenzione ridicolizzante si manifesterà nell'evidente finalità psicagogica della ratio ignava. Con questo argomento si mirava a suggestionare le menti dei suoi destinatari ed a eccitarne l'immaginazione favorendo l'insorgere in esse di una plausibile ma sostanzialmente falsa rappresentazione del fato.