2021, Articolo in rivista, ITA
Aiello Gemma, Iorio Marina, Molisso Flavia, Sacchi Marco
Un'analisi integrata di dati morfo-batimetrici, sismo-stratigrafici e sedimentologici sul canyon Dohrn, localizzato nel Golfo di Napoli, viene qui illustrata con lo scopo di chiarire le relazioni tra vulcanismo e tettonica (Aiello et al., 2020). La formazione del canyon Dohrn è geneticamente collegata con gli eventi eruttivi principali che hanno coinvolto il Golfo di Napoli, che includono l'Ignimbrite Campana (37 ky B.P.; Di Vito et al., 1999) ed il Tufo Giallo Napoletano (15 ky B.P.; Deino et al., 2004). I canyons sottomarini sono lineamenti geologici che incidono la piattaforma esterna e la scarpata dei margini continentali (Ceramicola et al., 2015). Tali lineamenti sono frequentemente associati con un rischio geologico significativo, soprattutto quando si sviluppano presso zone costiere densamente popolate, come avviene nel Golfo di Napoli. Lo scopo di questa ricerca è quello di migliorare la comprensione dei processi erosionali e deposizionali lungo un sistema di canyons sottomarini principali che si sviluppa su un margine continentale attivo da un punto di vista tettonico e vulcanico, nel quadro generale delle oscillazioni relative del livello marino durante il Quaternario superiore. L'interpretazione sismo-stratigrafica ha mostrato che la tettonica quaternaria ed il vulcanismo attivo e recente hanno controllato l'evoluzione morfologica ed i processi deposizionali (source-to-sink) dei canyons sottomarini Dohrn e Magnaghi. I dati stratigrafici suggeriscono che la formazione del canyon Dohrn pre-data la messa in posto del Tufo Giallo Napoletano. L'analisi stratigrafica integrata dei profili sismici e della carota C74_12 suggerisce che i processi deposizionali sono dominati da flussi gravitativi (torbiditi sottili, flussi di detrito) e da trasporti gravitativi di massa.
2018, Rapporto tecnico, ITA
Aiello Gemma
In questo rapporto tecnico sono state costruite e discusse mappe magnetiche di dettaglio del Golfo di Napoli, costruite in base ai dati magnetici precedentemente pubblicati (Aiello et al., 2004; 2005). Alcuni di questi dettagli mostrano campi di anomalia precedentemente non noti e mai discussi da un punto di vista geologico, tenendo in considerazione il bagaglio geologico interpretativo sulla sismo stratigrafia del Golfo di Napoli. Le relazioni qualitative tra i campi magnetici di dettaglio e la topografia sottomarina sono state anche discusse. Pertanto, questo lavoro rappresenta un contributo alla conoscenza delle applicazioni della teoria magnetica e di relativi esempi selezionati in aree vulcaniche attive, in cui lo sviluppo delle anomalie magnetiche è comune per le strette relazioni stratigrafiche esistenti tra unità sismiche vulcaniche e sedimentarie. A questo scopo, il Golfo di Napoli rappresenta un sito importante per sviluppare e discutere le tematiche di ricerca sulla geofisica e sulla geologia delle aree vulcaniche.
2018, Cartografia, ITA
Monti L., Aree emerse: Sbrana A., Isaia R., Marianelli P., Aiello G., Barra D. Morra V., Fedele L., Calvert A.T., Insinga D., Lepore S., Iannuzzi E., Perrotta A., Scarpati C., Toccaceli R.M., Vietina M., ; Aree Marine: Marsella E., D'Argenio B., Putignano M.L., Donadio C., de Alteriis G., Conforti A., di Martino G., D'Isanto C., Giordano F., Innangi S., Passaro S., Pelosi N., Sammartino S., Scotto di Vettimo P., Tonielli R., Ferraro L., Minopoli C., Tarallo F., Sgrosso A., Terlizzi F.
Progetto CARG - ISPRA, con Note Illustrative
2017, Monografia o trattato scientifico, ITA
FEDELE L., MORRA V., PERROTTA A., SCARPATI C. (aree emerse); PUTIGNANO M.L., ORRÙ P., SCHIATTARELLA M. (aree marine costiere da 0 a -30 m); AIELLO G., D'ARGENIO B., CONFORTI A. (aree marine da -30 a -200 m).
Progetto CARG ISPRA Note Illustrative Isola di Procida
2017, Contributo in volume, ITA
A. Bertini
L'area del golfo di Napoli misura 870 kmq. La linea costiera, inclusa la sub unità del golfo di Pozzuoli, si distende per circa 200 km. Ventiquattro sono i territori comunali, compresi quelli insulari, che coprono l'intero perimetro costiero. Due sono le autorità di bacino regionale interessate: quella Nord Occidentale e quella del Sarno. Una è la Comunità montana, denominata "Penisola Sorrentina", che è coinvolta nella gestione dell'area metropolitana. Nove sono le aree protette, individuate secondo la legge, che ne fanno parte: L'area marina protetta "regno di Nettuno", il Parco naturale regionale dei "Campo Flegrei", i due Parchi sommersi di Baia e Gaiola, il Parco metropolitano delle "Colline di Napoli", il Parco nazionale del Vesuvio, Il parco regionale del bacino del fiume "Sarno", il parco regionale dei "Monti Lattari", la Riserva marina statale "Punta Campanella". Alla rete di interesse europeo "Natura 200", appartengono ventisei "Siti di Importanza Comunitaria" (Sic) e nove "Zone di Protezione Speciale". Lungo l'intera fascia, con poche zone di discontinuità, si distende la parte costiera dell'area metropolitana di Napoli, la città di mare più grande d'Italia. In quest'area insistono anche due Siti Unesco. Le dimensioni demografiche minime dell'area metropolitana di Napoli superano i 3.000.000 di abitanti, mal distribuiti su più di cento territori comunali. La baia di Napoli può essere distinta in quattro macro aree paesaggisticamente omogenee: quella dei Campi Flegrei; quella della città di Napoli; quella vesuviano-costiera e quella della penisola sorrentina. Dall'inizio del 2015 l'area metropolitana è amministrata da un ente apposito denominato "Città metropolitana". Tra i ruoli recentemente attribuiti alle città metropolitane rientra anche quello della protezione della flora e della fauna, dei parchi e delle riserve naturali. E' con questa incredibile realtà che bisogna confrontarsi per produrre una seria e consapevole pianificazione del golfo partenopeo.
2017, Rapporto tecnico, ITA
Massimo Contiero, Stefania Musella, Michele Iavarone, Guido Ventura, Roberta Russo, Andrea Manna, Martina Cositore, Lorenza Galeotti, Daniela D'Amore, Francesco Urzì, Mario Raspagliosi, Salvatore Passaro
La campagna oceanografica SAFE_16 (Seafloor Acoustic detection of Fluid Emissions) si proponeva di fornire elementi ulteriori di conoscenza all'approccio sistematico verso la caratterizzazione delle principali aree di emergenza di flussi di fluidi localizzati al fondo mare nel Golfo di Napoli, nonché di caratterizzare i depositi collegati ad attività idrotermale tramite campionature di sedimento sulla dorsale vulcanica denominata Palinuro. Un ulteriore elemento di interesse, inoltre, per la campagna oceanografica era relativo all'utilizzo di misure di Radon in matrice acqua di mare
2017, Monografia o trattato scientifico, ITA
D'Argenio B., Barattolo F., Budillon F., Cesarano M., Donadio C., Pappone G., Pugliese A., Putignano M.L., Aucelli P.P.C., Russo Ermolli E., Bellonia A., Conforti A., Insinga D., Sgrosso A., Terlizzi F.
Progetto CARG - ISPRA, Note illustrative del Foglio 484 sez.INE - Isola di Capri
2016, Rapporto tecnico, ITA
Aiello Gemma
Viene illustrato uno studio geologico e geomorfologico per la soluzione di problematiche tecnico-applicative (infiltrazioni d'acqua nei costoni piroclastici e tufacei) nelle località Terra Murata (borgo medievale e costone lato Marina Corricella) e Centane-Panoramica dell'Isola di Procida (Golfo di Napoli). L'analisi geologica e geomorfologica di dettaglio delle località in studio ha consentito di ipotizzare soluzioni alle problematiche tecnico-applicative legate alla presenza di massicce infiltrazioni d'acqua all'interfaccia di rocce piroclastiche con diversa densità e permeabilità, dovute anche alla fratturazione dei depositi piroclastici affioranti nelle aree selezionate in studio.
2015, Cartografia, ITA
Polino R., Messina P., Monti L., aree emerse: Perrone V. Bonardi G., D'Argenio B., Iannace A., Putignano M.L., Cinque A., Santacroce R., Sbrana A., Morra V., Le Pera E., Merola D., Radoicic R., Amore F. Ciampo G., aree marine: D'Argenio B., Marsella E., Putignano M.L., Toccaceli R., Donadio C., Sacchi M., Budillon F., Aiello G., Bellonia A., Cristofalo G., De Lauro M., Innangi S., Passaro S., Ruggieri S., Scotto di Vettimo p., Tonielli R., Violante C., Capodanno M., Molisso F., Pelosi N., Conforti A., D'Isanto C., Ferraro L.,
Progetto CARG - ISPRA, con Note Illustrative
2012, Monografia o trattato scientifico, ITA
D'ARGENIO B., BARATTOLO F., BUDILLON F., CESARANO M., DONADIO C., PAPPONE G., PUGLIESE A. & PUTIGNANO M.L. Con i contributi di: Aucelli P.P.C., Russo Ermolli E., Barattolo F., Sgrosso A., Terlizzi F., Ferrari G., Lamagna R.
Progetto CARG - Regione Campania Note illustrative del Foglio 484 - Isola di Capri
2012, Cartografia, ITA
Giulivo I., Monti L., Aree emerse: D'Argenio B., Pappone G., Cesarano M., Barattolo F., Pugliese A., Auciellli P.P.C., Russo Ermolli E.,; Aree marine: D'Argenio B., Marsella E., Putignano M.L., Donadio C., Budillon F., Sgrosso A., Terlizzi F., D'Isanto C., De Lauro M., Di Martino G., Innangi S., Scotto di Vettimo P., Tonielli R., Bellonia A., Giordano F., Passaro S., Capodanno M., Molisso F., Pelosi N., Insinga D., Ferraro L.
Progetto CARG - Regione Campania, con Note Illustrative
2011, Cartografia, ITA
Monti L., D'Argenio B., aree emerse: Morra V., Perrota A., Scarpati C., Merola D., Calvert A.T., Insinga D., Lepore S., aree marine: ., Manetti P., D'Argenio B., Marsella E., Putignano M.L., Orrù P.E., Sacchi M., Aiello G., Sgrosso A., Vecchio E., Conforti A., De Lauro M., Di Martino G., D'Isanto C., Innangi S., Passaro S., Ruggieri S., Scotto di Vettimo p., Tonielli R., Ferraro L., Capodanno M., Molisso F., Pelosi N.
Progetto CARG - ISPRA, con Note Illustrative
2011, Abstract in atti di convegno, ITA
Vincenzo Di Fiore; Gemma Aiello; Bruno D'Argenio
Viene discusso un modello matematico di previsione dello tsunami generato da frane sottomarine del Golfo di Napoli (sistema dei canyons Dohrn e Magnaghi). La morfo-batimetria e le instabilità gravitative sottomarine dei canyon di Napoli sono state studiate attraverso l'interpretazione geologica di un Modello Digitale del Terreno (DEM) di alta risoluzione. I canyon Dohrn e Magnaghi sono controllati dalle interazioni tra l'attività vulcanica (complessi vulcanici dei Campi Flegrei e delle isole di Ischia e Procida) con i processi sedimentari collegati ai fiumi Sarno-Sebeto. La brusca terminazione del Canale dell'Ammontatura (il prolungamento del braccio occidentale del canyon Dohrn nella piattaaforma esterna di Napoli) contro il banco vulcanico di Nisida, la crescita del quale è precedente o contemporanea all'eruzione del Tufo Giallo Napoletano suggerisce che il sistema del canyon Dohrn è più antico del Tufo Giallo Napoletano, sul quale poggia la città di Napoli- Questo implica che la maggior parte dell'attività del canyon è precedente a 11-12 ky B.P.., età dei depositi del Tufo Giallo Napoletano. Nonostante il sistema del canyon sia attualmente inattivo, le principali instabilità sottomarine sono state identificate e cartografate intorno al braccio occidentale del canyon Dohrn, dalla testata alla metà del braccio, sulla scarpata continentale a sud del canyon Magnaghi e sulla scarpata nord-occidentale dell'alto carbonatico del Banco di Fuori. I risultati della simulazione numerica di frane sottomarine in queste aree sorgente hanno dimostrato che l'altezza dell'onda di tsunami, espressa in termini di percentuale dal fondo marino, può arrivare al 2.5% della profondità d'acqua al fondo mare.
2011, Abstract in atti di convegno, ITA
Gemma Aiello; Bruno D'Argenio; Ennio Marsella; Alessandro Conforti
Negli ultimi 10 anni l'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR di Napoli ha svolto un intenso lavoro di rilevamento a mare per la redazione di carte geologiche sperimentali su commessa dell'allora Servizio Geologico d'Italia (ex APAT, oggi ISPRA). Le attività iniziali sono state rivolte all'acquisizione di dati per la parte a mare dei fogli geologici n. 465 "Procida", n. 466 "Sorrento" e n. 467 "Salerno" e dei fogli n. 484 "Capri" e n. 485 "Termini" entro l'isobata dei - 200 m di profondità. A questo scopo sono stati acquisiti i necessari dati geofisici e geologici sulla piattaforma continentale e la scarpata del Golfo di Napoli (foglio n. 465 "Procida") tra i quali va menzionata una batimetria Multibeam di alta risluzione del Golfo di Napoli, che ha consentito la costruzione di un DEM dell'area di estremo dettaglio. In questo contesto, sono stati anche acquisiti dati acustici Sidescan Sonar a copertura dell'intero Golfo di Napoli per la costruzione di fotomosaici delle immagini acustiche del fondo mare. Questi, unitamente alla batimetria, hanno rappresentato la base per la cartografia geologica marina a scale comprese tra 1:50.000 e 1:10.000. L'architettura stratigrafica del Golfo di Napoli è stata controllata dai processi vulcano-tettonici. Ciò ha impedito una applicazione canonica delle tecniche di sismostratigrafia e stratigrafia sequenziale, fortemente suggerite dalle linee guida per la cartografia geologica marina. L'approccio cartografico realizzato, peraltro di natura sperimentale, si basa sul riconoscimento di sistemi deposizionali lateralmente coevi, inquadrabili nell'ambito dei system tracts della Sequenza Deposizionale Tardo-Quaternaria. La carta geologica marina mostra la distribuzione delle unità litostratigrafiche affioranti al fondo mare e dei principali lineamenti morfologici, in base alle linee guida CARG per la realizzazione di cartografia marina. In questo modo si è realizzato, in particolare per la geologia di superficie, un'integrazione tra approccio stratigrafico classico, approccio stratigrafico-sequenziale e caratterizzazione dei sistemi e degli elementi deposizionali attuali e recenti.
2010, Abstract in atti di convegno, ITA
Gemma Aiello; Anna Giuseppa Cicchella; Vincenzo Di Fiore; Ennio Marsella
Le tecniche di prospezione sismica e specialmente quelle della sismica a riflessione sono cambiate considerevolmente negli ultimi anni. Il contributo a questo cambiamento è ancora una volta venuto dall'industria petrolifera, che ha investito molto nei metodi geofisici per la ricerca degli idrocarburi. Le tecniche di base per l'esplorazione sismica consistono nel generare onde sismiche artificialmente nel terreno (sorgente) e misurare il tempo richiesto da queste onde per coprire il tragitto dalla sorgente ai ricevitori. Dalla conoscenza dei tempi di arrivo di queste onde ai vari ricevitori e delle velocità, si tenta di ricostruire il percorso del raggio sismico. La ricostruzione del percorso del raggio sismico può avvenire per rifrazione se si considerano i tempi delle fasi rifratte o per riflessione se vengono considerate le fasi riflesse. Uno dei principali vantaggi del metodo sismico a riflessione, relativamente a quello a rifrazione, è la non necessaria condizione di aumento di velocità con la profondità. Una netta variazione di velocità, sia in aumento che in diminuzione, è sufficiente a determinare una riflessione delle onde elastiche alla superficie di discontinuità.
2009, Altro prodotto, ITA
Gemma Aiello (1); Bruno D'Argenio (1, 2); Ennio Marsella (1); Maria Luisa Putignano (3); Paolo Orrù (4); Marco Sacchi (1); Alessandro Conforti (1); Massimo De Lauro (1); Gabriella Di Martino (1); Sara Innangi (1); Salvatore Passaro (1); Stefano Ruggieri (2); Paolo Scotto Di Vettimo (1); Renato Tonielli (1)
Cartografia geologica ufficiale terra-mare alla scala 1:50.000
2008, Abstract in atti di convegno, ENG
Vincenzo Di Fiore; Gemma Aiello; Antimo Angelino
The aim of this paper is the study of the wave and run-up generation caused by ancient submarine landslides located in the canyon of the Naples Bay. Theoretical models for describing the generation and propagation of the water waves induced by submarine landslides have been recently proposed by Lynett and Liu (2002). The continental slope off the Naples Bay represents an excellent natural laboratory to study geological events and processes related to the development of submarine slides and their tsunamigenic potential. The geological setting of the Naples Bay has been studied in detail in the frame of research programmes of marine geological cartography of the Naples Bay (Aiello et al., 2001; Bruno et al., 2003; D'Argenio et al., 2004; Aiello et al., 2004; 2005; Ruggieri et al., 2007). Landslide generated tsunamis in the Ischia island has been recently evaluated by Zaniboni et al. (2007) in the frame of the INGV-DPC project V3 on volcanic hazard and risk assessment associated to the Ischia volcanic complex, north-west of the Gulf. The authors focussed, on the study of tsunamis generated by possible landslides from Ischia slopes. The catastrophic collapse that formed the large scar in the southern flank of the Ischia island (The Ischia Debris Avalanche; Chiocci and de Alteriis, 2006) can be considered as the upper limit for tsunamigenic failures in the Ischia island, but the repetition of such an event is very improbable. A new catalogue of Italian tsunamis (ITC) has been recently purposed by the INGV (Tinti et al., 2001; 2003) in the frame of the studies of European and Italian tsunamis. The ITC contains 67 events, covering the period from the tsunamigenic Plinian eruption of Vesuvius (79 A.C.) until today. The Gulf of Naples continental slope and outer shelf are deeply incised by two submarine canyons of kilometric extension, namely the Dohrn and Magnaghi canyons, representing the drainage system of this active volcanic area during the Late Quaternary. Detailed mapping of morphological features in the outer shelf and slope contributed to the knowledge of erosional and depositional processes related to the continental slope settngs and allowed on the geological interpretation of marine DEM of Dohrn and Magnaghi canyons recorded in the frame of CARG Project of marine geological mapping of the Naples Bay (Aiello et al., 2001; D'Argenio et al., 2004; Ruggieri et al., 2007). The north-western branch of the Dohrn canyon is affected by instability, with an incipient slump causing a broad depression, 200-300 m across, away from the canyon edge and semi-circular scours on the canyon walls with lateral coalescence and presentes a large area of instability, located westward of the north-western slope of the Banco di Fuori morpho-structural high. Significant slide scars in this submarine sector have been evidenced also by bathymetric profiles across the slope (Ruggieri et al., 2007). No slumped masses are preserved in the main thalweg, suggesting a probable activity of low-density turbidity currents during the Late Quaternary activity of the canyon. Large isolated blocks, showing average dimensions of 300x400m are present on the canyon floor and in its upper part the canyon floor is scoured by a minor meandering channel. These rounded morphologies are interpreted as relic structures, probably due to a selective erosion acting along the canyon's valley. On the contrary, the Magnaghi canyon is incised in the Late Quaternary volcanic deposits of the Ischia and Procida islands. A bathymetric profile has been constructed in correspondence to the scars involving the Dohrn western branch in order to give quantitative constraints to the numerical modelling. A detachment area, large about 415 m occurs at water depths ranging between - 250 m and - 370 m. Debris accumulation occurs at water depths ranging from - 380 m and - 450 m, where the junction with the foot of the thalweg appears, at water depths of about - 430 m. In this paper, we present a mathematical model described in Lynett et al. (2002), in which the generation and propagation of tsunamis is reconstructed from ancient submarine landslides. In such a model there is the assumption of weak frequency dispersion, i.e. the ratio of water depth or wavelength is small or less than 1. In general, for dispersive properties the depth-integrated equations are valid only for wavelengths greater than two water depths, whereas, the depth-averaged model is valid for lengths greater than five water depths (e.g. Nwogu, 1993). After integral resolution of the two-dimensional governing equation, we applied the finite difference algorithm to resolve the general model equation (Lynett et al., 2002). In their paper Lynett et al. (2002) developed the algorithm for the general two-horizontal dimension problem similar to Wei and Kirby (1995) and Wei et al. (1995). In this study we consider an impulsive bottom movement in a constant water depth. The bottom movement consists of a length l0=620 m, which pushed vertically upward. This change in depth for this experiment is about 0.1 and therefore nonlinear effects should play a small role near the source region. The landslide is located near the Dohrn Canyon head and we hypothesize that the landslide is quickly occurred too. To analyze the model we Introduce the characteristic water depth h0 as the vertical length scale, the characteristic length of the submarine slide region l0 as the horizontal length-scale and the characteristic wave amplitude a0 as the scale of wave motion. The amplitude wave run-up expressed in terms of depth seafloor percentages, ranges from 0 to 2,5 %. In absolute terms the wave height amplitude corresponds to 5-6 m.
2007, Abstract in atti di convegno, ITA
Ennio Marsella; Bruno D'Argenio; Gemma Aiello; Francesca Budillon; Rosanna Ferraro; Luciana Ferraro; Nicola Pelosi; Renato Tonielli; Francesco Paolo Buonocunto; Alessandro Conforti; Salvatore Passaro; Paolo Scotto di Vettimo; Monica Capodanno
Il progetto CARG-Regione Campania, in atto dal 2001 presso l'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero di Napoli, rappresenta uno dei progetti di ricerca più significativi dell'IAMC nel quale trovano ampia espressione le competenze tecniche e scientifiche ed il know-how presenti all'interno dell'Istituto. Le attività di acquisizione, processing ed interpretazione geologica per il progetto CARG-Regione Campania hanno consentito la redazione di cartografia geologica del fondo e del sottofondo marino in scala 1:10.000 relativa ai fogli geologici n. 464 "Ischia", n. 465 "Procida", n. 466 "Sorrento nord", n. 484 "Capri", n. 486 "Foce Sele", n. 502 "Agropoli", n. 519 "Capo Palinuro", n. 520 "Sapri". Il patrimonio di dati batimetrici Multibeam e single-beam, Side Scan Sonar, di sismica multicanale e di campionature acquisito per il progetto CARG è notevole, come notevoli sono le sue ricadute sull'avanzamento delle conoscenze sui vari aspetti geologici dell'ambiente marino costiero nella Regione Campania e le implicazioni per la gestione dell'ambiente marino costiero incluse le tematiche di carattere applicativo. L'interpretazione geologica integrata dei dati batimetrici e Side Scan Sonar, opportunamente calibrati da campionature del fondo e del sottofondo marino in corrispondenza di variazioni di backscatter significative è stata eseguita tramite l'uso di un GIS (Global Mapper), che ha consentito una flessibilità di uso dei layers digitali di supporto all'interpretazione. L'esempio qui illustrato è rappresentato dalla cartografia geologica relativa ai fogli geologici n. 464 "Ischia" e n. 465 "Procida", caratterizzati da morfologie complesse risultanti dalla notevole influenza dei processi vulcanologici sull'innesco di instabilità gravitative sottomarine di varia natura. Questo ha impedito l'applicazione di un approccio strettamente stratigrafico-sequenziale ma ha consentito una visione cartografica basata su associazioni di sistemi deposizionali coevi, inquadrabili all'interno della "sequenza tardo-quaternaria" e separate da corpi vulcanici e vulcanoclastici complessi. Gli areali fisiografici distinti, rappresentativi di processi tettono-sedimentari dominanti o di eventi vulcanici, sono rappresentati dalla piattaforma continentale, da piattaforme marine o terrazzi di abrasione e/o di deposizione, generalmente disposti sotto falesie costiere, da morfologie relitte o integre di edifici vulcanici monogenici, da morfologie caotiche "hummocky" relative ad accumuli da instabilità gravitative sottomarine ed infine dalla scarpata continentale, profondamente erosa da canyons e canali tributari secondari.
2007, Abstract in atti di convegno, ENG
Aiello Gemma; Bellonia Antonello; Budillon Francesca; Buonocunto Francesco Paolo; Capodanno Monica; Conforti Alessandro; D'Argenio Bruno; Di Martino Gabriella; D'Isanto Claudio; Ferraro Luciana et al.
The 1:10.000 - 1:25.000 scale geological mapping of the Naples and Salerno bays (C.A.R.G. Project of the Camapanian Region), started in the 2003, follows and partly overlaps with a 1:25.000 - 1:50.000 scale map project (APAT) confined to the Bay of Naples only. The geoophysical acquisition, data processing, bottom sediment sampling and geological interpretation, carried out in the frame of the project, form the base for the assembling of a marine morphobatymetric-geological map of the Campanian offshore within the 200m isobath (maps n. 464 "Ischia", n.465 "Procida", n. 466 "Sorrento nord", n.484 "Capri", n.486 "Foce Sele",n.502 "Agropoli", n.519 "Capo Palinuro",n.520 "Sapri" and n.520bis. One of the most significant results of the CARG Project is the Marine Digital Elevation Model (DEM) of the Bays of Naples and Salerno based on a detalied Multibeam bathymetric survey of the area.
2005, Poster, ITA
Aiello Gemma (1), Marsella Ennio (1), Ruggieri Stefano (1)
Il lavoro illustra un'interpretazione geologica integrata della scarpata del Golfo di Napoli condotta utilizzando dati geofisici con varie metodologie (batimetria Multibeam, sismica multicanale di alta risoluzione, profili Subbottom Chirp, magnetometria)