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2024, Articolo in rivista, ITA

La localizzazione a Falerii Veteres dell'officina del Gruppo degli Askoi Ornitomorfi

AMBROSINI L.

Il Gruppo degli Askoi Ornitomorfi è caratterizzato dalla conformazione a volatile del corpo, l'ansa a nastro disposta a ponte tra il beccuccio e il corpo, piede modanato con le zampe del volatile a rilievo. Esso sembra attribuibile alla produzione forse di un'unica o di un paio di officine operanti agli inizi dell'ultimo quarto del iv secolo a.C., gestite da artigiani falisci inizialmente nell'Agro Falisco (a Falerii veteres) (Sottogruppi A e B) e poi ad Orvieto (Sottogruppi C e D) da parte di artigiani falisci o formatisi in ambito falisco. La localizzazione di un'officina a Falerii Veteres sembra avvalorata ora da due nuovi elementi: un askos della Collezione dei conti Feroldi Antonisi De Rosa costituita da reperti rinvenuti a Falerii Veteres e due frammenti di matrici riferibili ad askoi di questo tipo rinvenuti a Falerii Veteres nel 1999.

Orizzonti (Ghezzano-La Fontina, Testo stamp.) XXV (2024), pp. 63–68

2023, Contributo in volume, ITA

Il vasellame etrusco di bronzo a Norchia in rapporto alla sua diffusione a Tarquinia e nell'Ager Tarquiniensis

AMBROSINI L.

Tema dello studio che si presenta è il vasellame etrusco in bronzo documentato a Norchia in età ellenistica in rapporto alla sua diff usione a Tarquinia e nell'Ager Tarquiniensis. Com'è già stato evidenziato da Massimo Pallottino nel 1937, la linea di confi ne dell'Ager, seguendo lo sviluppo politico dello stato, si deve supporre soggetta a considerevoli varia- zioni attraverso i secoli. Per l'età orientalizzante ed arcaica, infatti, soprattutto nel "corridoio" del Biedano, le infl uenze tarquiniesi sembrano in posizione minoritaria rispetto a quelle ceretane. Nella zona dell'entroterra tarquiniese a partire dall'età ellenistica la metropoli tirrenica ripopola grazie alle sue aristocrazie i siti posti nel vasto entroterra tra il Lago di Bolsena e l'Agro Falisco dove erano presenti sia piccoli insediamenti satelliti, dipendenti direttamente dal central place che siti di dimensioni medio-grandi collocati nel territorio con la funzione di precisi markers territoriali (come Blera - San Giuliano, Tuscania, Norchia, Castel d'Asso e Musarna).

2023, Articolo in rivista, ITA

La percezione dello straniero nell'Etruria dell'età ellenistica: il Gruppo Bruschi

AMBROSINI L.

Lo studio analizza in modo approfondito la percezione dello straniero nell'Etruria di età ellenistica partendo dall'esame del Gruppo Bruschi. Il Gruppo, quantitativamente limitato - finora documentato solo da tre vasi plastici etruschi a figure rosse rinvenuti a Tarquinia, Vulci e Todi, risulta molto utile in questa prospettiva per gettare luce sull'immagine che dei popoli stranieri, soprattutto levantini, avevano gli Etruschi in età ellenistica. Finora le relazioni tra Etruschi e stranieri sono state analizzate principalmente da un punto di vista commerciale ed economico oppure con un focus specifico sugli artigiani stranieri presenti in Etruria. Nel primo caso l'attenzione è stata concentrata sulle testimonianze archeologiche importate rinvenute in Etruria già nell'VIII secolo a.C. oppure sulle testimonianze etrusche al di fuori dell'Etruria. Minore attenzione è stata prestata invece all'impatto sociale che il contatto tra diverse civiltà ha avuto in Etruria e, in questo caso, soprattutto in ellenistica età.

Rivista dell'Istituto nazionale d'archeologia e storia dell'arte (Testo stamp.) 78 (2023), pp. 59–86

2023, Contributo in atti di convegno, ENG

The Etruscan Honey Pots of Hellenistic Age

AMBROSINI L.

Lo studio di Laura Ambrosini, pubblicato negli atti del 10th International Scientific Meeting on Hellenistic Pottery, svoltosi a Thessaloniki nel 2020, analizza i cosiddetti vasi da miele etruschi di età ellenistica, molti dei quali hanno svolto come funzione secondaria quella di urne cinerarie, a Tarquinia e in altri centri come Montebello, Norchia, Montaperti, Lucignano, San Geminiano di Moriano e Orvieto. Lo studio si articola in approfondimenti sulla forma, la classe ceramica, la provenienza, i contesti di rinvenimento, la cronologia e la funzione. La diversità delle argille e le varietà morfologiche sembra indicare alcune produzioni locali e, grazie ai ritrovamenti, è possibile identificare almeno due centri di produzione, uno nell'Etruria meridionale a Tarquinia ed uno nell'Etruria settentrionale nell'area di Siena - Cortona - Arezzo. La localizzazione a Tarquinia di un centro di produzione di vasi da miele, consente di stabilire che il sito fu uno dei centri in cui fu praticata l'apicoltura, attività di non difficile impianto e mantenimento, sia per uso alimentare che per scopo secondario (per offerte e rituali). Com'è noto, il miele nell'antichità aveva un'ampia gamma di usi nella vita quotidiana: alimentare (preparazione e conservazione di cibi), medicinale, cosmetico, per l'imbalsamazione, per le attività agricole e artigianali, come offerta funeraria e religiosa.

10th International Scientific Meeting on Hellenistic Pottery, Thessaloniki, 10-14 March 2020

2023, Articolo in rivista, ENG

Archaeobotanical Evidence of Funerary Plant Offerings at the Southern Etrurian Necropolis of "Valle Santa nell'Agro Veientano" (Rome, Italy),

MORICCA C.; DE CRISTOFARO A.; AMBROSINI L.

The present study concerns the archaeobotanical analysis of soil samples and vase fillings from Etruscan tombs from the Necropolis of "Valle Santa nell'Agro Veientano", found along via di Boccea, north of Rome (Italy). While the site was in use between the Archaic and Late Roman Age, the studied vestibule tombs belong to the Etruscan necropolis (second half of the 6th - beginning of the 4th centuries BC). Archaeological data, based on the incineration rite and funerary equipment, suggest that these were used by one high-status family (or two) originally from Veio. Carpological analyses reveal the presence of food plants comprised of cereals, pulses and fruits. Furthermore, anthracological data give indications concerning the past environment, with a prevalence of deciduous and semi-deciduous oaks, accompanied by other taxa such as evergreen oaks, hornbeam, ash and Rosaceae Prunoideae. This is in accordance with the present-day vegetation of northern Latium. Finally, remains of synanthropic weeds (e.g., Asteraceae, Caryophyllaceae and Polygonaceae) suggest a heavily anthropized environment. This study represents a step forward in the understanding of the still under-explored human-plant interactions of Etruscans.

Interdisciplinaria Archaeologica XIV (1)

2022, Articolo in rivista, ITA

Osservazioni sulla policromia degli intonaci della necropoli rupestre ellenistica di Norchia

Ambrosini L.

The monumental rock-cut necropolis of Norchia (VT) with its half-cube tombs is an excellent example of the ancient landscape, characterized by similar funerary types even after the Romanization. The study analyze the polychromies of the plaster on the sub-façade chamber of a tomb partially digged in Norchia in 2019 in the Acqualta zone, and then it is also extended to the reconstruction of the original polychromies of the façades of the other Hellenistic rock-cut tombs of Norchia and those of southern Etruria especially in the Viterbo area. The plaster's analyzes carried out both in situ and on small samples (Fiber Optic Reflectance Spectroscopy, X-Ray Fluorescence, X-Ray Diffractometry, Stratigraphic Sections analyzed with Scanning Electron Microscope, Mineral-Petrographic analyzes) allows to learn more about the making technique of plaster and its coloring. This is an almost exceptional study case since the remains of such well-preserved plaster are not easily found.

Mediterranea (Pisa) XIX, pp. 207–230

2022, Articolo in rivista, ITA

Relazioni tra pittura parietale e pittura vascolare. Un caso di contaminazione tra Charun e Medusa?

Ambrosini L.

L'intento di questo studio è analizzare una coppia di kylikes a vernice nera sovradipinta attribuite al Gruppo Sokra da J.D. Beazley. La prima, conservata al British Museum di Londra, fu acquistata nel 1842 dall'antiquario romano Giuseppe Baseggio (o Basseggio) tramite Spencer Joshua Alwyne Compton, marchese di Northampton. La seconda, conservata presso l'Antikenmuseum dell'Università di Lipsia, secondo Beazley, proviene "da Roma". La decorazione esterna delle due kylikes non pone alcun problema interpretativo in quanto si inserisce facilmente nella tipologia standard della più antica produzione delle kylikes del Gruppo Sokra. La decorazione interna, viceversa, sebbene mostri un cavallo alato (Pegaso?) come su molte altre kylikes del Gruppo, suscita un certo interesse: al di sotto del cavallo alato si trova un busto maschile che, secondo la mitologia tradizionale, dovrebbe essere quello della Gorgone Medusa. Questa peculiare iconografia viene analizzata in relazione alle interferenze iconografiche con la pittura parietale funeraria etrusca, in primis con la figura di Charun.

Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité (Imprimé) 134 (2), pp. 299–316

2022, Contributo in atti di convegno, ITA

Gli Etruschi e il consumo alimentare del pesce

Ambrosini L.

Lo studio approfondisce le nostre conoscenze sull'uso alimentare del pesce in Etruria prevalentemente grazie a fonti letterarie e archeologiche (resti paleozoologici, reperti archeologici connessi con la pesca, dossier iconografici presenti su varie classi di documenti archeologici), e, laddove carenti, grazie a quanto documentato in Grecia negli stessi periodi storici. Ampie sezioni sono dedicate al rapporto tra gli Etruschi e il mare (fonti letterarie, i porti, le imbarcazioni da pesca, la musica che attira i pesci, la pesca del tonno, raffigurazioni di pesci, i naufragi, le tecniche di pesca utilizzate cioè con la lenza e la canna, con la rete, con la fiocina o tridente, con la nassa, con vasi dall'imboccatura stretta), all'analisi della filiera della pesca (trasporto, preparazione e conservazione cottura e consumo del pesce) e agli usi del pesce nel culto (offerta di pesce per i defunti e per gli dei). Una specifica sezione è dedicata ai "piatti da pesce", una classe di piatti che recano la raffigurazione di pesci nella tecnica a figure rosse, prodotta anche in Etruria meridionale (a Cerveteri). Chiudono lo studio alcune considerazioni sul commercio del pesce dai porti dell'Etruria meridionale (Pyrgi in primis) sul Tirreno verso l'interno della regione.

Etruria Felix. Risorse alimentari in Etruria: Produzione, Trasformazione e Consumo. Giornata di Studi in onore di Giovannangelo Camporeale, Massa Marittima, 25-26/09/2021

2022, Contributo in atti di convegno, ENG

Hellenistic Pottery From Lipari (Sicily) Imitating Metal Vases

Ambrosini L.

From the Lipari Island, located about 30 km from the coast of Sicily and about 80 from those of Calabria, come some silvered vases (tin-foiled) and one silvered vase decorated with gold leaf. Shapes are the pyxis, krateriskos, thymiaterion, louterion, cup, patera, simpulum, dish, strainer, skyphos, and situla. The ritual specificity of these shapes seems to prevail over their in-trinsic value. The high number of pyxides is linked to the offerings to the female sphere. The vases, reproducing precious pottery (in silver or gold) used in the consumption of wine, come from votive pits of the necropolis. As known, the diffusion of pottery imitating metal vases or other luxury objects seems to be contemporary in Etruria and Apulia. In this study shapes, iconography, production, clay origin and technique (silver plated and gilding) are analyzed in order to understand if these vases are a local or imported production; for this last topic, ar-chaeometric analyses are in progress. The most interesting result of this study is to have identi-fied the original prototypes of the scenes depicted on two pyxides (one in silvered pottery decoratedwithgoldleafand oneinsilveredpottery): they derive from Greek bronze box mir-rors. The scene takes place in a cave near a fountain outside the enclosure of the temple of Athena Alea in Tegea and shows Auge reaching out to a retreating drunken Herakles. The same scene, perhaps taken from similar moulds, appears on the famous silver gilded phiale from the Rogozen Treasure.

Manufacturers and Markets. The Contributions of Hellenistic Pottery to Economies Large and Small, Proceedings of the 4th Iarpothp Conference, Athens, 11-14/11/2019

2022, Articolo in rivista, ITA

Sui rapporti tra la ceramica falisca e il Gruppo Clusium attraverso lo studio degli askoi ornitomorfi

Ambrosini L.

I rapporti tra la ceramica falisca a figure rosse ed i vasi del Gruppo Clusium, indagati finora soltanto nell'ambito della forma vascolare della kylix, vengono analizzati attraverso un'altra forma vascolare: l'askos ornitomorfo. Vengono qui raggruppati per la prima volta alcuni askoi ornitomorfi decorati a vernice nera sovradipinta, oppure con semplice scialbatura bianca e ritocchi colorati o a figure rosse con alcune parti realizzate a rilievo. Tali askoi, inseriti nel Gruppo denominato Gruppo degli Askoi Ornitomorfi (suddivisi nei Sottogruppi A-D), configurati a gallo, taccola, piccione e colomba, consentono di mettere in evidenza come la produzione, nata nell'Agro Falisco, attraverso la mediazione di Volsinii, si sia diffusa anche a Chiusi. In questa città la produzione ha dato vita alla nascita dei ben noti askoi configurati ad anatra a figure rosse del ?Gruppo Clusium'. Le decorazioni presenti su alcuni askoi del Gruppo degli Askoi Ornitomorfi potrebbero riferirsi contemporaneamente sia alla sfera erotica/nuziale che a quella funebre. Il contenuto degli askoi poteva ben essere utilizzato sia nella preparazione della sposa alle nozze che in quella della salma prima della cerimonia funebre. La produzione del Gruppo degli Askoi Ornitomorfi, può essere circoscritta cronologicamente agli inizi dell'ultimo quarto del IV sec. a.C. (intorno al 320 a.C.).

Prospettiva (Firenze, Online) 179-180 (2021) (LUGLIO-OTTOBRE), pp. 3–23

2021, Monografia o trattato scientifico, ITA

Norchia IV

Ambrosini L.

Il volume di Laura Ambrosini, Norchia IV (Le necropoli rupestri dell'Etruria Meridionale, 5), CNR Edizioni, Roma 2021 analizza le tombe dei settori C e D della necropoli rupestre ellenistica del Pile di Norchia (VT) esplorati tra il luglio del 1979 e il settembre del 1980 da Elena Di Paolo Colonna e Giovanni Colonna. Argomento del volume sono la documentazione e lo studio non sono dell'architettura funeraria delle tombe ma anche tutti i reperti che facevano parte dei corredi funerari e la documentazione epigrafica. . Il volume Norchia IV prosegue la pubblicazione della necropoli etrusca rupestre di Norchia indagata dal CNR: il settore Pile A edito in Norchia I da Elena Di Paolo Colonna e Giovanni Colonna; il settore Pile B edito in Norchia II le Tombe a Tempio e la Tomba Lattanzi in Norchia III editi da Laura Ambrosini.

2021, Articolo in rivista, ITA

La Collezione di Alessandro Castellani al British Museum di Londra. Novità su reperti dall'Etruria meridionale, Latium vetus e da Capua attraverso la corrispondenza epistolare

Ambrosini L.

Come è noto, la figura di Alessandro Castellani spicca nel panorama del commercio antiquario della seconda metà dell'Ottocento. Figlio di Fortunato Pio Castellani e convinto mazziniano, partendo dall'esilio parigino (1860-1862) si occupò della vendita di numerosi reperti provenienti dagli scavi effettuati in Etruria, sia a Napoleone III che li acquistò per il Musée Napoléon III (poi ceduto al Louvre) che a Charles Thomas Newton per il British Museum. Il carteggio tra Alessandro Castellani e il British Museum di quegli anni, conservato presso il Dipartimento di Grecia e Roma del British Museum, permette di focalizzare meglio l'attività del Castellani come abile mercante di antichità e di fare luce sui contatti tra gli studiosi europei dell'antichità. Lo studio è incentrato sui principali reperti archeologici, venduti da Castellani al British Museum, provenienti da Cerveteri, Vulci, Palestrina e Capua e alcuni reperti particolari come il finto Sarcofago realizzato dai fratelli Pennelli e il Sarcofago degli Sposi di Cerveteri conservato a Roma, nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Babesch. Bulletin antieke beschaving 96, pp. 209–231

2021, Contributo in volume, ITA

Talking Heads: protomi umane parlanti incise su vasi falisci ed etruschi con iscrizioni

Ambrosini L.

Lo studio, nel volume in onore di Angela Ruta Serafini, intende prendere in esame alcuni vasi rinvenuti nell'Agro Falisco e in Etruria meridionale che presentano protomi umane incise, raffigurate in maniera stilizzata e corredate da iscrizioni. Il dato più interessante, a prescin¬dere dall'iconografia delle protomi umane rese ad incisione, sta proprio nel fatto che esse risultano raffigurate accanto ad un'iscrizione con uno o più nomi personali in una forma che è stata di volta in volta interpretata dagli studiosi come genitivo o nominativo. Viene da chiedersi se l'intenzione dell'artigiano fosse quella di rappresentare il pro¬prietario del vaso oppure no. Nel caso di due vasi da Falerii veteres e Corchiano viene avanzata l'ipotesi che le due teste con la bocca aperta raffigurino la voce che pronuncia il nome stesso del proprietario del vaso, cioè che esse siano un modo o meglio un "artificio" per rendere graficamente il suono.

2021, Articolo in rivista, ITA

La tomba ellenistica di "Valle Calandrella" a Norchia

Ambrosini L.

Giovanni Colonna nel 1965 pubblicò in Notizie degli Scavi lo studio di un corredo funerario recuperato a Cura di Vetralla. I reperti provenivano da una tomba a camera della necropoli di Norchia, sita in località "Valle Calandrella", a nord-est del Casalone, scavata da clandestini. Nel 1969 lo scavo di questa tomba di età ellenistica venne ripreso e portato a termine dalla Soprintendenza in collaborazione con la Guardia di Finanza. Grazie al rinvenimento del Giornale di Scavo e della documentazione grafica e fotografica dello scavo redatta dall'Assistente della Soprintendenza Enrico Sciarpa è stato possibile rintracciare nei depositi del Museo Nazionale Etrusco della Rocca Albornoz di Viterbo i materiali archeologici rinvenuti nella tomba. Alcuni di essi, come frammenti di un sarcofago fittile e di un'anfora dipinta di produzione tuscanienese, offrono lo spunto per qualche riflessione sui contatti tra Norchia e Tuscania in età ellenistica.

Archeologia classica (Testo stamp.) LXXII, pp. 597–624

2021, Contributo in atti di convegno, ITA

Le anforette etrusche di età tardo arcaica dalla Necropoli Esquilina-Roma: osservazioni sulle analisi del contenuto

Ambrosini L.

Il caso studio riguarda alcune anforette etrusche tardo-arcaiche, di altezza compresa tra gli 8 e i 10 cm circa e capacità di 100 e 150 ml, riferibili al Gruppo Copenhagen ABc 1059 rinvenute a Roma nell'antica necropoli esquilina nelle tombe 3 e 12 di Piazza Vittorio scavate nel 2002 dall'allora Soprintendenza Archeologica di Roma. E' stato possibile evidenziare due sottogruppi con caratteristiche ben distinte: il primo, di probabile produzione ceretana e tarquiniese-vulcente (anche se non si escludono altri centri di produzione minori), presenta fasce sul corpo e un'eventuale decorazione accessoria (palmetta sul collo, linguette sulla spalla, raggiera alla base); il secondo, riferibile all'ambito tarquiniese (o anche vulcente?), presenta due palmette erette sui due lati del corpo e due pendule al di sotto delle anse. La cronologia dei due sottogruppi, in base ai contesti noti, appare circoscritta alla fine del VI-inizi del V sec. a.C. Tenendo esclusivamente conto della morfologia e della metrologia del vaso, è stata avanzata l'ipotesi che le anforette fossero state utilizzate come unguentari. Destinata a personaggi femminili e deposta a diretto contatto con il corpo (lungo il fianco sinistro o presso i piedi; talora anche all'interno del loculo parietale) l'anforetta era considerata un oggetto di uso personale, piuttosto legato alle pratiche svolte nel corso della cerimonia funebre per ungere la salma o il corpo dei partecipanti. Nello studio si discutono i risultati delle indagini di gas cromatografia ad alta risoluzione con spettrometria di massa realizzate al fine di indagare il contenuto di questi piccoli vasi.

Manger, boire, offrir pour l'éternité en Gaule et Italie préromaines. Rituels alimentaires et odorants en Italie et en Gaule du IXe siècle avant au Ier siècle après J.-C., Roma, 16-18/11/2015

2021, Contributo in atti di convegno, ENG

Light in Antiquity: Etruria and Greece in Comparison

Ambrosini L.

This study discusses lighting devices in Etruria and the comparison with similar tools in Greece, focusing on social and cultural differences. Greeks did not use candlestick-holders; objects that have been improperly identified as candelabra should more properly be classified as lamp/utensil stands. The Etruscans, on the other hand, preferred to use torchlight for illumination, and as a result, the candelabrum--an upright stand specifically designed to support candles -- was developed in order to avoid burns to the hands, prevent fires or problems with smoke, and collect ash or melting substances. Otherwise they also used utensil stands similar to the Greek lamp holders, which were placed near the kylikeion at banquets. Kottaboi in Etruria were important utensils used in the context of banquets and symposia, while in Greece, they were interchangeable with lamp/utensil stands.

Archaeology and Economy in the Ancient World - Proceedings of the 19th International Congress of Classical Archaeology, Cologne/Bonn, 22-26/05/2018

2020, Articolo in rivista, ITA

La violenza di Herakles su Auge. Studio del procedimento produttivo di pissidi in ceramica argentata e dorata da Lipari derivate da specchi a teca di bronzo

Ambrosini L.

From the Lipari Island come some silvered vases (tin-folied) and one gold leaf vase. Shapes are the pyxis, krateriskos, thymiaterion, louterion, cup, patera, simpulum, dish, strainer, skyphos and situla. The ritual specificity of these shapes seems to prevail over their intrinsic value. The vases, reproducing precious pottery (in silver or gold), are shapes used in the consumption of wine or for the toilette (pyxides) and come from votive pits of the necropolis. The high number of pyxides is linked to the female's sphere offerings. As is known, the spread of pottery imitating metal vases or other luxury objects seems to be contemporary in Etruria and Apulia. In this study shapes, iconography, production, clay origin and technique (silver plated and gilding) are analyzed in order to understand if these vases are a local or imported production; for this last topic, archaeometric analysis are in progress. The most interesting result of this study is the identification of the original prototypes of the scenes depicted on two pyxides (one in golden leaf pottery and one in silvered pottery): they derive from Greek bronze box mirrors. The scene takes place in a cave near a fountain outside the enclosure of the temple of Athena Alea in Tegea and represents drunken Herakles attracting him to rape her, Auge, who tries to sneak away. The same scene, perhaps taken from similar moulds, appears on the famous silver gilded phiale from the Rogozen Treasure.

Mediterranea (Pisa) XVII, pp. 87–106

2020, Articolo in rivista, ITA

Una nuova kylix del Pittore di Malibu e il perduto contesto di kylikes falische a figure rosse della più antica produzione

Ambrosini L.

Nel 1983 due donatori hanno presentato al J. Paul Getty Museum di Malibu un gruppo di frammenti di ceramica costituiti per lo più da vasi in ceramica a vernice nera definita «etrusca», da alcune coppe attiche a figure rosse del IV secolo a.C. (alcune più antiche) e da una grande quantità di frammenti di vasi falisci a figure rosse, per lo più appartenenti a kylikes. Ji?í Frel, curatore delle antichità al J. Paul Getty Museum tra il 1973 e il 1986, attribuì questi frammenti a un pittore da lui denominato Pittore Del Chiaro. Benedetta Adembri ha osservato che non tutti questi frammenti di kylikes falische acceduti al J. Paul Getty Museum sono attribuibili al Pittore Del Chiaro come credeva Frel, ma soltanto i nn. 1-8 e 11 del catalogo di Frel. Le kylikes rimanenti devono essere attribuite al Pittore di Deianira (kylikes nn. 9-10 del catalogo di Frel), al Pittore di Malibu (nn. 12, 17-18, 23-30 del catalogo di Frel) e alla Pittore di Villa Giulia 8238 (nn. 13-16 del catalogo di Frel). Sulle kylikes nn. 26-27, 29 e 30, attribuite dalla Adembri al Pittore di Malibu, è sovradipinto il digrafo HE, considerato da Frel l'abbreviazione del teonimo HE(rakles). Un'ipotesi alternativa è che il digrafo HE sia l'abbreviazione del nome falisco del Pittore di Malibu. Si può ipotizzare che le kylikes con il digrafo HE provengano tutte dallo stesso contesto, da un'officina o da un deposito votivo falisco o favissa in connessione con un santuario. Nel catalogo d'asta di Christie del 24 ottobre 2013 una kylix, identica alla kylix n. 24 pubblicata da Frel, che la Adembri attribuisce al Pittore di Malibu, reca anch'essa il digrafo HE sovradipinto. Anche se il contesto di rinvenimento di queste kylikes è destinato a rimanere sconosciuto, se non sopraggiungono nuovi dati, è ragionevole supporre che esso fosse in connessione con l'officina A, attiva a Falerii Veteres, in cui il Pittore di Malibu ha svolto la sua attività tra il 380/370 e il 360 a.C

Studi etruschi 82, pp. 69–86

2020, Contributo in atti di convegno, ENG

The Role of Ceramics in understanding Place in the Hellenistic World: the Fish-Plates in Etruria

Ambrosini L.

In Caeretan red-figured pottery, fish plates produced during the last third of the 4th century B. C. can be found. They are Etruscan imitations of the better-known fish plates of southern Italian red-figured vase painters who were active during the second half of the 4th century B. C. It is a type of plate found in Attica, but also in Sicily, Apulia and Campania. The adoption of this shape in Etruria was influenced by the pottery from Magna Graecia. In Etruscan pottery, this type is rare: so far, only five Etruscan specimens have been discovered, four made by the Caeretan Fish Plate Painter and one by the Hoffmann-Erbrecht Caeretan Painter (similar to Campanian Torpedo and Bremen Painters). Later, a fragment of a red-figured fish plate from Tarquinia was attributed by Susanna Businaro to the Caeretan Fish Plate Painter. A torpedo, a cuttlefish, and a pair of identical fish (sea perch or wrasse) are depicted around the central de-pression (which contained fish juices, sauce, or both); a pair of breams is depicted only on one fish plate, the one created by the Hoffmann-Erbrecht Caeretan Painter. The adoption of the fish plate (accompanied by typical food traditions) in the pottery production of Caere is impor-tant. Thisisprobablythe reason whymarinethemes also appear on the Genucilia plates pro-duced in nearby Ager Faliscus. However, it could also be due to the fact that Caere possessed at least three ports. The marine life represented on Etruscan fish plates reflects the variety of sealifefoundintheTyrrhenianSea off the Etruscan coast.

Exploring the Neighborhood: The Role of Ceramics in under standing Place in the Hellenistic World, 3rd IARPotHP Conference, Kastela (Croatia), 1th-4th June 2017
InstituteSelected 0/4
    ISPC, Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (215)
    ISMA, Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (171)
    ICVBC, Istituto per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali (1)
    ISB, Istituto per i Sistemi Biologici (1)
AuthorSelected 1/12016

Ambrosini Laura

    Drioli Enrico (1623)
    Pasetto Gaia (1193)
    Passer Mauro (1184)
    Arico' Antonino Salvatore (983)
    Ambrosio Luigi (981)
    Di Marzo Vincenzo (976)
    Ferrari Maurizio (948)
    Viegi Giovanni (906)
    Antonucci Vincenzo (866)
    Ferraro Pietro (849)
TypeSelected 0/12
    Contributo in volume (69)
    Articolo in rivista (63)
    Contributo in atti di convegno (53)
    Scheda di catalogo (13)
    Monografia o trattato scientifico (12)
    Recensione in rivista (2)
    Breve introduzione (1)
    Comunicazione in rivista (Letter - Letter to editor) (1)
    Curatela di monografia/trattato scientifico (1)
    Curatela di mostra (1)
Research programSelected 0/11
    PC.P06.004.006, Le produzioni di eccellenza dell'artigianato artistico etrusco. Studi sulla cultura figurativa, sui processi produttivi, sulla tecnologia e sulla circolazione dei manufatti (98)
    PC.P06.004.004, L'Etruria meridionale interna: studi e ricerche sulle necropoli rupestri; storia dell'architettura funeraria rupestre, relazioni e contatti culturali con complessi analoghi in area mediterranea (58)
    PC.P06.004.001, Storia e civiltà dei Sabini e degli altri popoli dell'Italia centrale. Studio e pubblicazione della necropoli di Colle del Forno (36)
    DUS.AD011.008.001, Le produzioni di eccellenza dell'artigianato artistico etrusco. Studi sulla cultura figurativa, sui processi produttivi, sulla tecnologia e sulla circolazione dei manufatti. (6)
    DUS.AD013.024.001, L'Etruria meridionale interna: studi e ricerche sulle necropoli rupestri; storia dell'architettura funeraria rupestre, relazioni e contatti culturali con complessi analoghi in area mediterranea. (5)
    PC.P06.004.002, Studi di protostoria: Territorio,dinamiche insediative, riti funerari, cultura materiale, rapporti e scambi nell'Italia medio-tirrenica (4)
    PC.P06.004.005, Lingua, scrittura ed epigrafia degli Etruschi. Redazione di raccolte di iscrizioni, indici lessicali e dizionari; studi sistematici su collezioni epigrafiche, sulla storia della lingua, della scrittura, dell'onomastica, della società etrusca. (4)
    PC.P06.004.003, Nascita e sviluppo di una città etrusca: il caso di Caere. Scavi nell'area urbana, ricerche sull'organizzazione territoriale, pubblicazione di complessi archeologici della città e delle necropoli. (2)
    DG.RSTL.092.003, Studio ed edizione dei corredi funerari delle necropoli arcaiche di Veio. (1)
    DIT.AD023.007.001, MECAGEOPOLY-IMC (1)
EU Funding ProgramSelected 0/0
No values ​​available
EU ProjectSelected 0/0
No values ​​available
YearSelected 0/31
    2016 (23)
    2009 (16)
    2013 (14)
    2012 (13)
    2014 (13)
    1996 (12)
    2015 (11)
    2019 (11)
    2018 (9)
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